di Enrico Oliari –
Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a Mosca il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi per discutere della crisi in corso con Israele, dopo una mattinata di bombardamenti sulla capitale della Repubblica Islamica e su altri siti condotti con gli F-35. Putin ha affermato che “penseremo insieme a come uscire dalla situazione attuale”, e ha definito quella israeliana “un’aggressione immotivata, non provocata e ingiustificata”. “La Russia – ha aggiunto – sta compiendo sforzi per fornire assistenza al popolo iraniano”.
Il presidente russo ha sottolineato che la posizione della Federazione Russa “è ben nota e articolata chiaramente dal ministero degli Esteri”, ovvero la condanna ferma degli attacchi Usa, la richiesta della fine immediata delle ostilità e lo sforzo diplomatico intensificato per riportare la situazione su un binario politico.
Araghchi ha affermato il diritto dell’Iran di difendersi e ha osservato che la Russia si trova “dalla parte giusta della storia”.
Il motivo del viaggio di Araghchi è certamente quello di portare la Russia al sostegno militare dell’Iran, magari fornendo i sistemi difensivi S-300 e S-400 per l’abbattimento degli aerei israeliani, per quanto molte batterie siano impegnate al momento per la difesa della Russia dagli attacchi ucraini: i due paesi avevano sottoscritto a gennaio un trattato di cooperazione militare, che aveva visto l’Iran sostenere la Russia nel conflitto ucraino con l’invio soprattutto dei droni Shahed.
Putin ha offerto la mediazione politica nel conflitto Israele – Iran, e certamente non farà mancare il diritto di veto ad una risoluzione pro Israele nel consiglio di Sicurezza dell’Onu. Tuttavia è pacifico che la visita di Araghchi a Mosca non sia stata fatta per ricevere una mera pacca sulla spalla.