di Giuseppe Gagliano –
Il prossimo incontro tra Vladimir Putin e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, previsto per venerdì a Mosca, rappresenta una tappa cruciale nella definizione di una partnership strategica globale tra Russia e Iran. Questo accordo potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici in Eurasia e Medio Oriente, consolidando un’alleanza che ha già mostrato il suo potenziale negli ultimi anni. Tuttavia, la partnership tra Mosca e Teheran solleva interrogativi sia per le implicazioni militari sia per l’impatto su una regione già segnata da instabilità e conflitti.
Le relazioni tra Russia e Iran si sono intensificate negli ultimi due decenni, alimentate da interessi convergenti e dalla necessità di fare fronte comune contro l’influenza occidentale. Entrambi i Paesi sono stati sottoposti a sanzioni economiche e diplomatiche da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, spingendoli a rafforzare i legami bilaterali. In questo contesto, l’incontro di Mosca non si limita a una semplice formalità diplomatica, ma segna un passo decisivo verso una cooperazione che potrebbe avere ripercussioni di vasta portata.
Il nuovo accordo mira a espandere i legami in diversi settori, tra cui commercio, trasporti, logistica e difesa. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha anticipato che il patto includerà una maggiore cooperazione militare, un tema che desta particolare interesse e preoccupazione a livello internazionale. La possibilità che Teheran acquisisca sistemi d’arma avanzati, come i caccia Sukhoi Su-35 o i sistemi di difesa aerea a lungo raggio, rafforzerebbe significativamente le capacità difensive dell’Iran, creando un nuovo equilibrio di potere nella regione.
Dal punto di vista militare l’intesa tra Mosca e Teheran rappresenta un potenziale punto di svolta. L’Iran, isolato da decenni di sanzioni e con una flotta aerea obsoleta, potrebbe beneficiare notevolmente della tecnologia russa. La Repubblica Islamica ha dimostrato di essere un attore chiave nella regione mediorientale, intervenendo direttamente o indirettamente in Siria, Iraq, Yemen e Libano. Un rafforzamento militare iraniano, supportato dalla Russia, potrebbe alterare drasticamente il bilancio di potere, aumentando la pressione su Israele e sugli alleati statunitensi nel Golfo.
D’altra parte per la Russia questa alleanza offre un’opportunità per rafforzare la propria influenza in Medio Oriente, contrastare le sanzioni occidentali e diversificare i partner strategici in un momento di crescente isolamento internazionale. Mosca potrebbe utilizzare Teheran come leva per consolidare la propria presenza nel Mediterraneo orientale e nelle aree strategiche lungo il Golfo Persico.
Nonostante l’apparente convergenza di interessi, l’alleanza tra Russia e Iran non è priva di contraddizioni. In primo luogo, all’interno dell’Iran esistono profonde divisioni sul rapporto con Mosca. Le Guardie Rivoluzionarie, uno degli attori principali del sistema di potere iraniano, hanno espresso dubbi sulla reale affidabilità della Russia. Le accuse di “tradimento” durante il conflitto siriano, emerse in una registrazione audio, evidenziano tensioni sotterranee che potrebbero minare la fiducia reciproca.
Sul piano economico, entrambi i Paesi affrontano sfide significative. Le sanzioni internazionali limitano la capacità di Russia e Iran di espandere il commercio e attrarre investimenti esteri. Inoltre, l’Iran è impegnato in una delicata ristrutturazione interna per far fronte a problemi economici cronici, aggravati dalle proteste sociali e dalla crescente pressione internazionale.
L’incontro tra Putin e Pezeshkian avviene in un momento di grande tensione geopolitica. Tre giorni dopo, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, entrerà in carica con la promessa di mediare un accordo di pace sull’Ucraina. L’amministrazione statunitense ha accusato Teheran di fornire armamenti alla Russia per il conflitto in Ucraina, comprese armi balistiche e droni Shahed utilizzati nei raid contro le città ucraine. Queste accuse hanno portato a nuove sanzioni, aumentando ulteriormente l’isolamento di Russia e Iran.
La convergenza tra Mosca e Teheran rappresenta una sfida diretta all’ordine internazionale dominato dagli Stati Uniti. Entrambi i Paesi mirano a costruire un blocco alternativo, in grado di resistere alle pressioni economiche e militari dell’Occidente. Tuttavia, il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di superare le proprie debolezze interne e di presentare un fronte unito contro le potenze occidentali.
L’accordo strategico tra Russia e Iran potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nelle relazioni internazionali, ma i rischi e le incognite restano numerosi. Sul piano militare, l’intesa rafforza l’asse Mosca-Teheran, aumentando la pressione sugli Stati Uniti e sui loro alleati in Medio Oriente. Tuttavia, le divisioni interne, le difficoltà economiche e la crescente ostilità internazionale potrebbero limitare la portata di questa alleanza.
L’evoluzione di questa partnership avrà implicazioni significative non solo per l’Eurasia e il Medio Oriente, ma anche per l’equilibrio globale. In un mondo sempre più multipolare, l’asse Russia-Iran potrebbe rappresentare un fattore destabilizzante o, al contrario, un elemento di riequilibrio in un sistema internazionale in rapida trasformazione.