Irlanda. Catherine Connolly alla presidenza: una svolta simbolica per la sinistra europea

di Giuseppe Gagliano

La vittoria di Catherine Connolly alle elezioni presidenziali del 25 ottobre segna un passaggio storico per Irlanda. Candidata indipendente di sinistra, sostenuta da Sinn Féin, Partito Laburista (Irlanda) e dai Socialdemocratici, Connolly sarà la terza donna e la decima persona a ricoprire la massima carica dello Stato. Ha ottenuto il 63% dei voti validi, battendo nettamente Heather Humphreys del partito di centrodestra Fine Gael, ferma al 29%.
Il risultato riflette una crescente domanda di cambiamento politico e sociale, in un Paese segnato da un lungo dominio dei partiti tradizionali. La rinuncia tardiva di Jim Gavin, sostenuto da Fianna Fáil, non ha inciso sul voto: nonostante il suo ritiro, il suo nome è rimasto in lista e ha raccolto solo il 7%.
Connolly, ex avvocata e parlamentare, ha dichiarato che la sua presidenza sarà fondata su neutralità, pace e inclusione. Durante il suo discorso al Castello di Dublino, ha ribadito la volontà di difendere la storica neutralità militare irlandese, mettendo in guardia contro la “militarizzazione dell’Unione Europea” dopo la guerra in Ucraina. Ha inoltre criticato con fermezza Israele per la campagna militare nella Striscia di Gaza, posizionandosi come voce autonoma e coerente con la tradizione pacifista del Paese.
La Commissione elettorale ha segnalato quasi 214.000 schede nulle, dieci volte in più rispetto alle elezioni del 2018, segno di una disaffezione crescente. Il vicepremier Simon Harris ha sottolineato che il fenomeno sarà oggetto di una revisione delle regole per la presentazione delle candidature presidenziali. Solo il 46% dei 3,6 milioni di aventi diritto ha votato, ma l’ampio margine di Connolly le conferisce una forte legittimazione.
Il primo ministro Micheal Martin si è congratulato per la “vittoria elettorale molto ampia” e ha promesso collaborazione con la nuova presidente in vista della presidenza irlandese dell’Unione Europea nel 2026. I partiti progressisti hanno accolto il risultato come un passo verso un futuro governo di centro-sinistra. Per la leader laburista Ivana Bacik, questa vittoria mostra che “un altro tipo di politica è possibile”.
La presidenza irlandese è formalmente priva di poteri esecutivi: il capo di Stato rappresenta il Paese all’estero, ospita leader stranieri e svolge funzioni costituzionali di garanzia. Tuttavia, la carica possiede un forte valore simbolico. Connolly, con il suo profilo progressista e indipendente, può influenzare il dibattito pubblico, ridefinire l’immagine internazionale dell’Irlanda e dare impulso a nuove dinamiche politiche interne.
La vittoria di Connolly avviene in un momento delicato per l’Europa, tra la guerra in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e la crescente pressione per un rafforzamento militare dell’UE. La sua difesa della neutralità e la critica alle logiche di riarmo rappresentano un messaggio politico in controtendenza rispetto all’orientamento dominante. Se riuscirà a mantenere un profilo coerente e autorevole, potrà rafforzare l’identità diplomatica autonoma di Dublino e influenzare il dibattito europeo sulla sicurezza.
In sintesi, l’elezione di Catherine Connolly non rivoluziona formalmente la politica irlandese, ma ne modifica profondamente il tono: da una presidenza rappresentativa a una tribuna politica capace di proiettare l’Irlanda come voce indipendente e progressista sulla scena internazionale.