Isole Samoa. Si torna al voto il 21 maggio dopo lo stallo sulle quote rose

di Alberto Galvi

Le Isole Samoa torneranno alle urne dopo che le elezioni più difficili della loro storia che si sono svolte lo scorso 9 aprile, lasciando il paese in una situazione politica di stallo: entrambi i due principali partiti, quello di governo HRPP (Human Rights Protection Party) e il partito d’opposizione FAST (Faatuatua i le Atua Samoa ua Tasi), hanno vinto con 25 seggi, mentre un seggio è stato assegnato a un deputato indipendente, che ora si trova ad essere l’ago della bilancia della politica samoana.
Il giorno in cui il parlamentare indipendente avrebbe dovuto annunciare quale partito avrebbe sostenuto, il primo ministro ha annunciato l’aggiunta di una nuova deputata donna al parlamento, apparentemente per soddisfare la quota di donne parlamentari, portando il numero dei sostennitori del governo a 26.
Il deputato indipendente ha poi lanciato il suo sostegno al partito di opposizione, rimettendo così le forze in parità, il che significa ironicamente che la decisione del governo di nominare una donna per raggiungere la quota del 10 per cento ha impedito al paese di avere il suo primo ministro donna.
La controversia sulla costituzionalità dell’attivazione dell’articolo 44 comma 1A deriva dal fatto che le disposizioni pertinenti erano redatte in modo inadeguato. Nelle elezioni generali tenutesi il 9 aprile c’erano cinque donne candidate al parlamento, quindi l’emendamento non doveva essere applicato. Nella elezione precedente c’erano 167 candidati maschi e 21 candidate donne.
Il partito FAST insieme a Mata’afa come leader del partito aveva anche il sostegno delle comunità della diaspora samoana. Ciò ha reso la loro campagna elettorale più facile rispetto ai precedenti partiti di opposizione. L’HRPP faceva invece affidamento sui risultati ottenuti in passato.
Le Isole Samoa voteranno nuovamente il 21 maggio dopo che il capo di Stato samoano,harevocato i risultati delle elezioni generali.
Il capo di Stato è eletto indirettamente dall’Assemblea legislativa. Il leader del partito di maggioranza è solitamente nominato primo ministro dal capo dello Stato, approvato poi dal votodei parlamentari.
Samoa ospita uno dei leader in servizio più longevi al mondo. Il primo ministro Tuilaepa Sailele Malilegaoi è al potere dal 1999, e il suo partito politico, il partito HRPP, ha dominato la politica delle Samoa per 39 anni. Il partito HRPP è stato fondato da Va’ai Kolone e Tofilau Eti Alesana nel maggio 1979. A quel tempo il partito era l’opposizione al governo dell’allora primo ministro Tui Ātua Tupua Tamasese Efi.
Il 30 luglio dello scorso anno il partito FAST è stato formato dall’ex portavoce del parlamento samoano, La’aulialemalietoa Leuatea Polataivao Fosi Schmidt. Il FAST è guidato dall’ex vice primo ministro Fiame Naomi Mata’afa.
I membri del parlamento delle Samoa sono eletti per cinque anni all’Assemblea legislativa, chiamata Fono. C’erano 49 posti, ma sono stati ufficialmente aumentati a 51 nel 2019. Nel 2016 c’era un parlamento da 50 seggi, ma è stato aggiunto un seggio in più per soddisfare la soglia richiesta dalla costituzione del paese per la rappresentanza femminile. Nel 2016 24 donne si sono candidate al parlamento, quattro sono state votate e una è stata introdotta attraverso una misura legale per garantire che almeno il 10 per cento dei seggi siano detenuti da donne.
La leader di FAST, che in precedenza era una deputata dell’HRRP e vice primo ministro, Fiame Naomi Mataafa, ha respinto la decisione e ha accusato il primo ministro provvisorio e leader dell’HRPP, Tuilaepa Sailele Malielegaoi, di intromettersi nel processo elettorale. Con l’annuncio di nuove elezioni, le Isole Samoa si trovano ad affrontare il difficile compito di organizzare e attuare un voto nazionale che si terrà tra un paio di settimane.
Una cosa però è certa: le donne di tutta la regione seguiranno da vicino la campagna elettorale di Mata’afa e la sua probabile vittoria, con le Isole Tonga che terranno le elezioni entro la fine dell’anno e le Isole Fiji e la Papua Nuova Guinea che voteranno l’anno prossimo.