di Guido Keller –
Altro gesto clamoroso, tanto sanguinario, da parte del premier israeliano Benjamin Netanyahu: l’esercito israeliano ha compiuto un attacco massiccio su Beirut, capitale del Libano, con un massiccio bombardamento aereo fatto di esplosioni multiple in cui ha distrutto almeno sei edifici con l’obiettivo di colpire il quartier generale di Hezbollah e uccidere il leader del “Partito di Dio” Hasan Nasrallah. L’incredibile azione, che si è svolta in barba al diritto internazionale colpendo uno stato sovrano, ha portato alla morte del 64enne leader di Hezbollah. Estratti altri due corpi esanimi dalle macerie ad opera dei soccorsi libanesi, tra cui quello della figlia, Zainab Nasrallah. In un primo momento impartito aveva smentito la morte del segretario generale Nasrallah, ma già ieri sera la notizia era stata confermata dai canali iraniani.
A confermare da parte israeliana l’attacco nel quartiere Dahiya a Beirut è stato il portavoce dell’Idf Daniel Hagari, il quale ha anche aggiunto che “al momento non ci sono cambiamenti nelle linee guida di protezione dei civili israeliani. Tuttavia sono già in corso lanci di missili contro il territorio Israeliano.
Dalla Casa Bianca il presidente Joe Biden ha comunicato che “Gli Stati Uniti non hanno avuto alcun ruolo nell’ultimo attacco israeliano a Beirut”.
Già all’Assemblea generale delle Nazioni Unite Netanyahu, che ormai compie genocidi accusando l’antisemitismo (anche i palestinesi sono semiti), aveva detto, definendo il partito libanese “la quintessenza del terrorismo”, che “Israele continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi”, e che “finchè Hezbollah sceglie la guerra, Israele non ha alternative”.