Israele. “Denazificazione” dell’Ucraina: Lavrov, ‘anche Hitler era ebreo’. Lapid convoca l’ambasciatore russo

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Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha convocato oggi l’ambasciatore russo Anatoly Viktorov per manifestare le rimostranze per le parole del capo della diplomazia russa Sergey Lavrov. Questi ha tentato di spiegare nel corso di un’intervista a Zona Bianca di Rete 4 il significato della “denazificazione” tra le argomentazioni alla base dell’aggressione all’Ucraina, affermando che i miliziani ucraini e non solo che combattono dal 2014 nel Donbass e a Mariupol hanno tatuaggi, bandiere e simboli dei battaglioni nazisti, e che leggono il Mein Kampf di Adolf Hitler. Per Lavrov la risposta di Kiev secondo cui si tratterebbe di casi isolati e che lo stesso presidente Volodymyr è ebreo, non dice nulla, dal momento che “secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche”. Per cui, secondo il ministro russo, la cosa non rappresenterebbe una contraddizione.
Per Lapid si è trattato di “un errore storico imperdonabile e oltraggioso”, e sostenere che “Hitler fosse ebreo, è come affermare che gli ebrei si sono ammazzati tra loro”. Lo stesso nonno di Lapid era morto nel campo di sterminio di Mauthausen, e l’affermazione di Lavrov secondo cui “i più grandi antisemiti sono ebrei” rischia ora di annichilire la posizione di neutralità di Israele sulla guerra in Ucraina.