di Shorsh Surme –
Gravi accuse in Israele nei confronti del premier Benjamin Netanyahu, il quale avrebbe messo in pericolo la vita degli ostaggi e la sicurezza nazionale al fine di rafforzare la sua posizione nei colloqui per il cessate-il-fuoco, facendo però trapelare ai media alleati documenti falsi su Gaza.
Netanyahu ha respinto ogni addebito, ma ad affermare quanto accaduto è stato un tribunale per il quale il premier non avrebbe solo causato “grave danno alla sicurezza dello Stato e messo in pericolo le fonti di intelligence”, ma il suo comportamento avrebbe anche potuto mettere in crisi l’obiettivo di rilasciare i detenuti.
La corte ha identificato il principale sospettato nel caso come Eliezer Feldstein, che secondo i media israeliani era uno dei consulenti mediatici di Netanyahu. Oltre a Feldstein sono state interrogate altre tre persone, che la corte israeliana ha descritto come “detenuti coinvolti nelle attività”. Le loro identità non sono state identificate pubblicamente dal tribunale.
La corte indica che i documenti falsificati sarebbero trapelati in modo voluto e avrebbero costituito la base per numerosi articoli sull’approccio di Hamas nell’affrontare la questione dei detenuti, compreso un articolo pubblicato dal quotidiano Jewish Chronicle con sede a Londra, che è stato successivamente cancellato. Il pezzo indicava che Hamas stava progettando di trasferire i detenuti fuori da Gaza attraverso l’Egitto, mentre un articolo separato pubblicato dal quotidiano tedesco Bild affermava che Hamas stava prolungando i negoziati per raggiungere un accordo di cessate-il-fuoco come forma di guerra psicologica contro Israele.
I due articoli hanno sollevato sospetti tra gli osservatori israeliani a causa del loro tempismo e della chiara copertura che hanno fornito a Netanyahu, accusato di aver deliberatamente sabotato i negoziati per il cessate-il-fuoco.
I rapporti sono emersi quando Netanyahu ha insistito sul controllo israeliano del corridoio di Filadelfia lungo il confine di Gaza con l’Egitto, una richiesta che è diventata un importante punto di contesa nei colloqui per la tregua. Netanyahu ha dovuto affrontare la crescente rabbia delle famiglie dei detenuti e di gran parte dell’opinione pubblica per non aver aderito all’accordo di cessate-il-fuoco.
La possibilità che dati riservati vengano utilizzati da funzionari israeliani “per modellare le narrazioni dei media” non dovrebbe essere “sorprendente o nuova”, ha affermato Merav Zonszin, analista senior dell’International Crisis Group in Israele.