Israele. La Cpi emette un mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu per crimini contro l’umanità

Stessa cosa per il ministro della Guerra Yoav Gallant e per tre leader di Hamas, tra cui Haniyeh.

di Enrico Oliari

Dopo Vladimir Putin, accusato di aver fatto trasferire bambini ucraini in Russia, a finire nel mirino della Corte Penale Internazionale (CPI) è ora il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui, come per il ministro della Difesa Yoav Gallant, il mandato d’arresto parla di “crimini di guerra e contro l’umanità”, ma il procuratore Karim Khan ha fatto altrettanto con il comandante di Hamas Yahya Ainwar, quello delle Brigate Ezzedin al-Qassam Mohammed Deif e il capo del braccio politico del partito, Ismail Haniyeh, specificamente per i fatti del 7 ottobre.
Le motivazioni addotte dal procuratore della Corte sono quelle che da mesi sono sotto gli occhi di tutti tranne che degli occidentali, ovvero “di aver causato lo sterminio, di aver usato la fame come arma, compresa la negazione delle forniture, e di aver preso di mira in modo deliberato i civili”. I morti ad oggi nella Striscia sono oltre 35mila, di cui un terzo bambini, spesso schiacciati dalle macerie dei palazzi colpiti dall’esercito israeliano, ma vi sono anche video di civili indifesi uccisi a bruciapelo.
Va detto che Israele, come gli Usa e la Russia, non riconoscono per ovvi motivi la Corte penale internazionale, ma tecnicamente Netanyahu potrebbe essere ammanettato in uno dei paesi che riconoscono l’istituzione.
Dure le reazioni da parte di Usa e Israele: Joe Biden ha definito il mandato “una vergogna”, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha parlato di “decisione scandalosa, un affronto alle vittime israeliane e ai 128 rapiti. La Cpi mette sullo stesso piano la vittima e il carnefice, una vergona!”.
Sono 128 i paesi che riconoscono la Cpi, di tutti i continenti, in cui Netanyahu potrebbe venire arrestato.