di Giuseppe Gagliano –
L’approvazione della risoluzione da parte della Knesset che sancisce l’opposizione totale di Israele all’istituzione di uno Stato palestinese rappresenta un momento cruciale nella politica israeliana e avrà profonde ripercussioni a livello regionale e internazionale. La larga maggioranza con cui è stata approvata la risoluzione, 68 voti favorevoli e 9 contrari, dimostra una chiara convergenza politica interna su questo tema, nonostante le tradizionali divisioni politiche. La proposta non solo riflette le posizioni del governo di Benjamin Netanyahu, ma trova consenso anche tra i membri del partito Nuova Speranza di Gideon Sa’ar, del partito Blu e Bianco di Benny Gantz e tra alcuni parlamentari centristi di Yair Lapid. Questo sostegno trasversale indica una tendenza verso una linea dura nelle politiche di sicurezza e territoriali di Israele.
La risoluzione, che arriva pochi giorni prima della visita di Netanyahu negli Stati Uniti per incontrare il presidente Joe Biden, sostenitore della soluzione “due popoli, due Stati”, rischia di creare tensioni con l’amministrazione statunitense e con altri alleati occidentali che promuovono una soluzione diplomatica al conflitto israelo-palestinese. La posizione unilaterale di Israele potrebbe complicare ulteriormente i già fragili negoziati di pace, isolando ulteriormente i palestinesi e riducendo le possibilità di dialogo.
Internamente questa mossa potrebbe rafforzare la posizione di Netanyahu, consolidando il sostegno dei partiti di destra e degli elettori che si oppongono alla creazione di uno Stato palestinese. Tuttavia potrebbe anche esacerbare le divisioni con le minoranze arabe e con i partiti di sinistra, aumentando le tensioni sociali e politiche nel paese.
Le conseguenze a lungo termine di questa risoluzione includono un possibile aumento delle violenze e delle tensioni nei territori occupati, nonché un ulteriore deterioramento delle relazioni con i paesi arabi vicini che sostengono la causa palestinese. La prevedibilità di queste conseguenze risiede nella storica opposizione delle forze politiche di destra israeliane alla soluzione dei due Stati e nella tendenza di Netanyahu a utilizzare temi di sicurezza nazionale per consolidare il proprio potere politico. L’adozione di una linea più dura contro la creazione di uno Stato palestinese non sorprende, ma la portata del sostegno trasversale alla risoluzione rappresenta un cambiamento significativo nella politica israeliana, con implicazioni potenzialmente destabilizzanti sia a livello interno che internazionale.