di Mohamed Ben Abdallah –
Nell’ennesima giornata di sangue e di guerra contro ogni diritto internazionale e umanitario, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato di aver parlato con Donald Trump “già tre volte” della crisi mediorientale, nonché della minaccia rappresentata dall’Iran. Trump avrebbe detto sostanzialmente a Netanyahu di “arrivare in fondo, ma di fare presto”, tuttavia l’alto numero di perdite fra le fila israeliane nel territorio libanese starebbe spingendo il premier israeliano a cercare una tregua con Hezbollah. Ne ha dato notizia sia la stampa israeliana che quella panaraba, e per discutere della cosa è arrivato negli Usa il ministro degli Affari strategici israeliano Ron Dermer.
Oggi è stato ucciso in un raid un Salim Jamil Ayyash, comandante di Hezbollah condannato per il suo coinvolgimento nell’attentato contro l’ex premier libanese Rafik Hariri avvenuto nel 2005, ma per ogni “obiettivo eliminato” vi è un alto prezzo pagato dai civili. Almeno 20 persone sono morte in un attacco israeliano sulla città di Alma, nella regione cristiana di Jbeil (nord est), e tra le vittime vi sono stati tre bambini.
In un attacco a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, sono morte almeno 25 persone di cui 13 bambini.