Israele. Proposte di legge per sparare alla nuca dei prigionieri palestinesi

di Giuseppe Gagliano

Israele si prepara a intensificare la sua offensiva a Khan Yunis, spingendo migliaia di palestinesi a fuggire da una città ormai ridotta in macerie. Questo nuovo esodo segue l’evacuazione forzata di 250mila persone da Khan Yunis, che già due mesi fa avevano cercato rifugio dopo essere stati costretti a lasciare Rafah. Ad oggi molti di loro si trovano costretti a trasferirsi a Muwasi, una zona costiera sovraffollata e priva di infrastrutture adeguate.
L’attuale offensiva mira a distruggere le zone di al-Qarara, Bani Suheila, Abasan e Khuza’a, coinvolgendo anche l’European Gaza Hospital, uno dei pochi ospedali ancora operativi nella zona. Il personale medico e i pazienti sono stati trasferiti all’ospedale di Nasser, che già si trova in condizioni critiche per la mancanza di spazio e risorse.
Nel frattempo le tensioni tra Israele e Libano si intensificano. Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano, ha proposto un’espansione del conflitto su scala regionale, puntando alla caduta del regime iraniano, alla distruzione di Hamas e a una guerra rapida e devastante contro Hezbollah. Tuttavia questa visione strategica è considerata pericolosa e irrealistica, dato che potrebbe portare a una massiccia risposta con missili e razzi dal Libano, sostenuti dall’Iran e da milizie alleate in Iraq, Siria e Yemen. Le condizioni dei soldati riservisti israeliani, logorati da otto mesi di conflitto, e il malcontento tra i residenti del nord evacuati dalle loro case, contribuiscono a una situazione interna sempre più critica.
Parallelamente Israele sta conducendo una campagna contro i prigionieri palestinesi. Filmati diffusi da al-Jazeera mostrano soldati israeliani che utilizzano prigionieri palestinesi come scudi umani, costringendoli a indossare uniformi militari e a entrare in luoghi pericolosi, legati con telecamere e corde. Il ministro della Sicurezza, Itmar Ben Gvir, ha chiesto l’esecuzione dei prigionieri palestinesi con un colpo alla testa e ha sollecitato l’approvazione di una legge che prevede la pena di morte per i prigionieri. Ha inoltre proposto di ridurre drasticamente le razioni di cibo ai prigionieri, giustificando questa misura come un necessario deterrente.
La situazione delle carceri israeliane è già critica, con l’Associazione per i diritti civili di Israele che denuncia la somministrazione di cibo ai prigionieri col contagocce e l’occultamento delle informazioni da parte delle autorità. Se la legge proposta da Ben-Gvir sarà approvata, le carceri israeliane potrebbero diventare teatro di ulteriori violenze e abusi, aggravando ulteriormente una situazione già drammatica.
L’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza e le tensioni con il Libano rischiano di portare a una pericolosa escalation del conflitto. Le politiche repressive contro i prigionieri palestinesi e le condizioni sempre più critiche nelle carceri israeliane aggiungono ulteriore instabilità alla regione. La comunità internazionale deve monitorare attentamente questi sviluppi e lavorare per prevenire una catastrofe umanitaria di proporzioni ancora maggiori.