Israele. Sequestrati altri 12,7 chilometri quadrati nella valle del Giordano

di Giuseppe Gagliano

Israele ha recentemente approvato il più grande sequestro di terre nella Cisgiordania occupata degli ultimi trent’anni, un’azione che rischia di intensificare ulteriormente le tensioni nella regione. Il gruppo anti-insediamenti Peace Now ha rivelato che le autorità israeliane hanno autorizzato l’appropriazione di 12,7 chilometri quadrati nella valle del Giordano, segnando un significativo aumento dell’occupazione di terreni palestinesi. Questo sequestro segue quelli di 8 chilometri quadrati a marzo e 2,6 chilometri quadrati a febbraio rendendo il 2024 l’anno di picco per l’occupazione israeliana in Cisgiordania. Dichiarati terre statali, questi lotti sono stati resi disponibili alla locazione per gli israeliani, proibendo la proprietà privata palestinese. L’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania è stata a lungo considerata illegale dalla maggior parte della comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, e rappresenta un ostacolo significativo alla pace. La recente approvazione di oltre 6mila nuove unità abitative e la legalizzazione di cinque nuovi insediamenti hanno suscitato condanne internazionali, incluso l’Egitto che ha denunciato la mossa come una violazione del diritto internazionale. Questa espansione avviene in un contesto in cui Israele è governato da una coalizione che include forti sostenitori degli insediamenti. Il sequestro di terre e l’espansione degli insediamenti potrebbero portare a una serie di escalation.
Da un lato i palestinesi potrebbero intensificare le proteste e le resistenze, aumentando il rischio di scontri violenti. Dall’altro la comunità internazionale potrebbe intensificare le pressioni diplomatiche e le sanzioni contro Israele, isolandolo ulteriormente. Inoltre l’espansione degli insediamenti potrebbe minare ulteriormente le già fragili relazioni tra Israele e i suoi vicini arabi, complicando gli sforzi di normalizzazione e cooperazione nella regione. Se le tensioni continuano a crescere, non si può escludere la possibilità di una nuova intifada palestinese o di un’escalation militare, che potrebbe coinvolgere gruppi militanti nella Striscia di Gaza o persino innescare un conflitto più ampio. In definitiva la decisione di Israele di procedere con il più grande sequestro di terre in Cisgiordania degli ultimi trent’anni rappresenta un passo significativo che potrebbe avere gravi ripercussioni geopolitiche, mettendo a rischio la stabilità e la pace nella regione.