Kazakistan. La crisi ha comportato il crollo delle criptovalute

Notizie Geopolitche –

La crisi in corso in Kazakistan ha dato una sonora batosta alle criptovalute, le quali solo oggi stanno faticosamente ricomponendo le perdite ingenti. Il fenomeno si spiga con il fatto che numerose aziende “minatrici”, ovvero quelle che tecnicamente si occupano di operare gli scambi di acquisto e vendita, si sono trasferite negli ultimi anni in Kazakistan visto il divieto di farlo in Cina. Per tali operazioni i “minatori” consumano ingenti quantitativi di energia elettrica, che in Kazakistan hanno trovato a minor prezzo lasciando però il paese in più occasioni a secco.
Le corpose proteste di piazza e i disordini che hanno già causato decine di vittime hanno spinto il presidente Kassym-Jomart Tokajev, alter ego del padrone del Kazakistan Nursultan Nazarbajev, a disporre lo stop di internet, cosa che ha comportato il blocco delle attività dei “minatori” e a cascata il tonfo delle criptovlute.
Il Kazakistan è il secondo paese al mondo per aziende di “mining”, con capannoni che ospitano fino a mezzo milione di computer l’uno in un clima freddo, ideale per prevenire il surriscaldamento delle macchine.