di Alberto Galvi –
Lo scorso autunno il presidente del Kazakistan Kassym Jomart Tokayev ha proposto un’elezione presidenziale anticipata nella prima metà del 2023, e la riduzione del mandato della presidenza a un mandato di sette anni dagli attuali due mandati di cinque anni. Attualmente il voto presidenziale è previsto in Kazakistan nel 2024 e le elezioni parlamentari nel 2025.
Dal giorno dell’indipendenza del Kazakistan Nursultan Nazarbayev ha governato il paese per 29 anni, ma nel 2019 si è dimesso e ha scelto Tokayev come suo successore. Se tuttavia questi dovesse vincere le elezioni vedrebbe il suo potere rafforzato come leader indipendente.
Con iniziative volte a rafforzare il sostegno pubblico, Tokayev ha annunciato un aumento del salario minimo del 17 per cento e il proposito di destinare metà del reddito degli investimenti del Fondo nazionale ai conti personali di coloro che hanno meno di 18 anni, denaro che potranno utilizzare per pagare tasse scolastiche o per acquistare case.
A giugno i Kazakistan hanno approvato le modifiche alla costituzione. Tra le modifiche più evidenti c’era l’abolizione dei privilegi speciali per Nazabayev e l’impedimento per i suoi parenti e per quelli del presidente in carica di ricoprire incarichi di governo.
Dal lancio della campagna militare di Vladimir Putin in Ucraina il Kazakistan ha cercato di bilanciare i legami con l’occidente e con la Russia, ma ci sono state tensioni con il Cremlino.