di Giuseppe Gagliano –
Il recente annuncio del presidente del Kenya William Ruto di ritirare il disegno di legge finanziaria che prevedeva nuove tasse, imposte di fatto dal Fmi, rappresenta una significativa battuta d’arresto per la sua amministrazione. Le proteste popolari contro la riforma, che tra le varie cose prevedeva lo stop ai sussidi per i carburanti e i cereali, hanno portato a scontri con le forze dell’ordine in cui sono morte almeno 22 persone e ne sono rimaste ferite circa 200 altre. Questa situazione sottolinea l’importanza delle questioni economiche e sociali nella stabilità politica del Kenya e rivela le tensioni latenti che possono emergere in periodi di austerità economica.
L’introduzione di nuove tasse era mirata a raccogliere fondi per ripagare il debito nazionale, ma ha incontrato una forte resistenza da parte della popolazione, già gravata da difficoltà economiche. La decisione di Ruto di non procedere con il disegno di legge evidenzia la potenza delle pressioni popolari e la necessità di mantenere la coesione sociale in tempi di crisi economica. Le proteste, che hanno visto migliaia di persone assaltare il parlamento, rappresentano una delle sfide più significative al governo del Kenya degli ultimi decenni. L’uso della forza militare e della polizia per reprimere i disordini ha ulteriormente complicato la situazione, alimentando accuse di abuso di potere e violazioni dei diritti umani.
La reazione di Ruto, che ha definito i manifestanti “traditori” e promesso di reprimere i disordini “a qualunque costo”, ha esacerbato le tensioni. Tuttavia il suo successivo riconoscimento della “diffusa insoddisfazione” e la decisione di ritirare il disegno di legge indicano una comprensione delle dinamiche politiche necessarie per evitare un’escalation del conflitto. La sospensione del dispiegamento militare da parte dell’Alta corte del Kenya e l’ordine di liberare tutti i detenuti delle proteste sono passi verso la de-escalation.
La situazione in Kenya riflette un fenomeno più ampio osservabile in molte parti del mondo, dove l’aumento delle disuguaglianze economiche e la pressione fiscale possono portare a gravi disordini sociali. In questo contesto le azioni del governo e la risposta della società civile giocano un ruolo cruciale nel determinare la stabilità a lungo termine del paese. La posizione di Ruto, eletto con il sostegno dei giovani promettendo sollievo economico, è ora minacciata dalla percezione di tradimento di queste promesse. La sua capacità di navigare questa crisi e di promuovere un dialogo costruttivo con i suoi oppositori sarà determinante per il futuro politico del Kenya.