Kirghizistan. Referendum costituzionale approvato per ampliare i poteri del presidente Sadyr Japarov

di Alberto Galvi

Gli elettori del Kirghizistan sono andati alle urne per votare un referendum costituzionale volto ad ampliare i poteri del presidente Sadyr Japarov, permettendogli così di candidarsi per la seconda volta. La nuova costituzione del Kirghizistan è stata discussa al Consiglio supremo nel febbraio 2021. La bozza di una nuova costituzione sostituisce il sistema parlamentare con uno presidenziale, con incarichi limitati a due mandati di cinque anni invece di uno unico di sei anni.
Japarov ha spazzato via gli oppositori politici da quando è salito al potere sulla scia della una crisi politica di ottobre, in cui è stato rilasciato per la prima volta dal carcere ad opera dei sostenitori, dando inizio a una vertiginosa ascesa alla leadership. I cambiamenti danno al presidente recentemente eletto del Kirghizistan tutti i poteri necessari per condurre riforme di successo.
Il Kirghizistan ha attraversato un periodo di turbolenze e incertezza dal 2005, quando il primo presidente indipendente del paese, Askar Akayev, è stato deposto a seguito di proteste di massa. Un altro violento cambio di governo nel 2010 fu accompagnato da scontri interetnici e difficoltà economiche, ma non ha contribuito alla stabilità tanto necessaria. Un altro periodo più breve di turbolenze è seguito nel 2020 e si è concluso con l’ascesa al potere di Japarov.
Gli emendamenti proposti da Japarov promettono una presidenza in linea con i vicini dell’Asia centrale, ponendo fine a un esperimento decennale con un sistema misto. Japarov e i suoi sostenitori sperano che il rafforzamento della presidenza renderà il paese più stabile dopo che i suoi leader sono stati rovesciati da rivolte violente nel 2005, 2010 e 2020. Il Kirghizistan è un paese di 6,5 milioni di persone che confina con la Cina e dipende fortemente dal sostegno economico della Russia.
Le disposizioni del progetto di costituzione riguardanti l’articolo 70 conferisce al presidente poteri precedentemente esclusivi del parlamento ed erode i controlli e gli equilibri della costituzione in quanto conferisce un forte potere tra cui quello di avviare e porre il veto a leggi e referendum.
Il presidente ora ha anche la prerogativa di nominare il primo ministro, anche se i candidati ne richiederanno l’approvazione al parlamento. Il cambiamento ridurrebbe le dimensioni del parlamento del 25 per cento, cioè a 90 seggi, e darebbe a Japarov il potere di nominare giudici e capi delle forze dell’ordine, minando la loro indipendenza dall’esecutivo.
L’attuale bozza costituzionale non riflette gli elevati standard sui diritti umani a cui il Kirghizistan aspira. Il progetto di costituzione include disposizioni incompatibili con i diritti alla libertà di associazione e di espressione, la proibizione di attività, eventi pubblici e diffusione di informazioni contrarie ai valori morali e alla coscienza pubblica.
Secondo i risultati della commissione elettorale kirghisa, circa il 79 per cento degli elettori ha sostenuto il cambiamento costituzionale, sebbene l’affluenza totale fosse appena al di sopra della soglia del 30 per cento richiesta per la validità del referendum.
Altri tentativi di modifiche costituzionali simili erano avvenute dopo che Askar Akaev nel 2005 aveva dovuto cedere il potere al leader dell’opposizione Kurmanbek Bakiev, il quale ha modificato più volte la costituzione accrescendo i propri poteri.
La nuova costituzione conferma la nuova forma presidenziale del governo kirghiso, ma la preoccupazione principale dei kirghisi rimane quella della disoccupazione e del rincaro dei prezzi dei generi di prima necessità. Queste ragioni unite allo scetticismo hanno portato il paese ad avere una bassa affluenza al referendum.