80 arresti a New York per manifestazione contro il sistema economico

di Guido Keller –

La crisi economica è, negli Stati Uniti, anche crisi delle libertà: già da qualche giorno un cospicuo gruppo di persone, organizzato da un’associazione che si definisce General Assembly, si riuniva nello Zuccotti Park, una piazza privata di 3.100 metri quadri situata nel Lower Manhattan (la zona dove sorgeva il World Trade Center) per discutere di politica economica e di crisi; alcuni di loro si erano pure accampati con delle tende, mentre di giorno in giorno aumentava il numero dei newyorkesi costretti dalla dittatura del dollaro e dal regime della finanza praticamente ad una vita senza lavoro, senza diritti, senza stato sociale e quindi senza dignità.
Ieri sera i manifestanti si sono diretti verso la Union Square per marciare al grido di slogan contro il sistema economico e per distribuire volantini che spiegavano come il sistema finanziario americano abbia solo favorito i ricchi e i potenti a scapito della gente ordinaria. Man mano che risalivano le strade di Manhattan, sempre più passanti si univano a loro ed in poco tempo il gruppo di manifestanti aveva assunto le dimensioni di un corteo consistente..
Improvvisamente la New York che siamo abituati a vedere in TV, quella tutta dollari, sandwich, lusso e felicità era sparita: la polizia ha bloccato con reti arancioni l’accesso al corteo spontaneo  alla Fifth Avenue, la via più cara del mondo che è simbolo del sogno americano ma anche della felicità sintetica ed effimera: i poliziotti del sindaco Michael Bloomberg, facendo largo uso di manganelli e di spray al peperoncino, hanno operato più di 80 arresti fra i manifestanti colpevoli solo di aver dato al mondo l’immagine reale degli USA di oggi.