La cooperazione turca in Somalia

di Giuseppe Gagliano

Molto prima che iniziasse a interessarsi in modo particolare alla Somalia, la Turchia aveva in atto una politica volta ad avvicinarla ai paesi africani. Il 2005 è stato ufficialmente considerato l'”Anno dell’Africa” in Turchia. Come altre potenze economiche, la Turchia è ben consapevole che l’Africa è un continente in piena crescita e che è necessario svilupparvi relazioni a medio e lungo termine. Così ha iniziato sviluppando un “soft power” in Africa aumentando i suoi aiuti allo sviluppo e creando forti relazioni economiche e politiche.
La Turchia ha ospitato la Conferenza di Istanbul sulla Somalia organizzata dal 21 al 23 maggio 2010 nell’ambito delle Nazioni Unite. La Dichiarazione di Istanbul adottata alla Conferenza costituisce una tabella di marcia per la soluzione della questione della Somalia. La relazione tra i due paesi è iniziata in modo serio nel 2011 e da allora è cresciuta costantemente. La visita di Recep Tayyip Erdogan nell’agosto 2011 è stata la prima visita ad alto livello di un capo di governo nel Paese dal 1991, visita che ha portato il Paese fuori dall’isolamento internazionale che ha conosciuto dalla caduta del presidente Siad Barré che ha segnato l’inizio del una crisi durata due decenni. A seguito di questa visita, la Somalia è entrata in un nuovo periodo di ricostruzione con l’aiuto della comunità internazionale e dei partner.
La Somalia è stata tagliata fuori dal mondo per 20 anni e ha vissuto diversi anni di carestia. Infatti la carestia e la grave insicurezza alimentare in Somalia hanno ucciso circa 258mila persone tra ottobre 2010 e aprile 2012, tra cui 133mila bambini sotto i 5 anni conclude uno studio commissionato dalla FAO. Secondo questo rapporto la risposta umanitaria è stata insufficiente. La Turchia ha svolto un ruolo importante nel limitare i danni causati da questa crisim ha aumentato gli aiuti ed è stata schierata la Mezzaluna Rossa. Ankara ha anche costruito campi per gli sfollati e reti di acqua potabile. La logistica turca organizza la raccolta dei rifiuti, apre scuole e cliniche per curare le popolazioni. La Somalia ha iniziato a rinascere da questo periodo, e i somali hanno definito il 2011 “l’anno della benevolenza turca”. La Somalia è al primo posto tra i paesi africani che nel 2012 hanno ricevuto dalla Turchia l’Aiuto Ufficiale allo Sviluppo (APS) per un importo di quasi 86 milioni di dollari.
Il paese africano rappresenta un vero mercato potenziale alla fine della guerra civile. Infatti la guerra aveva fatto stragi e le infrastrutture erano ormai quasi inesistenti: porti, aeroporti, strade e reti telefoniche. Tutto è da ricostruire. Questo costituisce un mercato potenziale per le aziende turche. Dal 2011 non a caso la presenza della Turchia si è rafforzata in tutte le aree strategiche della Somalia. Il volume totale delle esportazioni turche in Somalia che nel 2010 era di 5,1 milioni di dollari è aumentato a 123 milioni di dollari nel 2016. Ma quali sono le aree strategiche alle quali ha contribuito la Turchia in Somalia.Incominciamo dalle infrastrutture aeroportuali.
Per molto tempo e fino a poco tempo fa “Turkish Airlines” è stata l’unica compagnia aerea internazionale ad operare in Somalia, e va notato che quando ha operato il suo primo volo commerciale per Mogadiscio nel marzo 2012, erano passati 20 anni da quando un aereo di linea internazionale aveva effettuato il viaggio dall’Europa. Nessuna compagnia aerea internazionale voleva andare a Mogadiscio, la capitale della Somalia all’epoca era infatti considerata “la città più pericolosa del mondo”. La compagnia di bandiera turca ha poi offerto dal 6 marzo 2012 due voli settimanali tra l’aeroporto di Istanbul e Mogadiscio.
Nel settembre 2013 la società turca Favorite LLC, che appartiene al gruppo “Kozuva”, ha iniziato le sue attività presso l’aeroporto di Mogadiscio.
Favori LLC guida la gestione aeroportuale dell’aeroporto internazionale Aden Abdulle di Mogadiscio dal 15 settembre 2013.
Nel gennaio 2015 il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno aperto ufficialmente il nuovo terminal dell’aeroporto: la struttura è stata realizzata da Kozuva, il gruppo a cui appartiene la società che da allora gestisce l’aeroporto.
Il contratto decennale con SKA Air and Logistics, compagnia aerea con sede a Dubai che gestiva l’aeroporto dal 2010, non ha potuto quindi giungere a termine.
Per quanto riguarda le infrastrutture invece portuali, il ministro somalo dei Porti e dei trasporti marittimi, Mariam Aweis Jama, ha firmato l’8 ottobre 2020 a nome del governo federale della Somalia un nuovo accordo di concessione di 14 anni con il gruppo turco al-Bayrak per la riabilitazione e la gestione del porto di Mogadiscio. L’accordo è la continuazione di una partnership iniziata nel 2013. Nel suo primo mese di attività sotto al-Bayrak il porto ha generato 2,7 milioni di dollari di ricavi da servizi. Il porto di Mogadiscio, per le entrate raccolte dal suo funzionamento, costituisce per il Paese un’importante fonte di reddito.
Sotto il profilo dell’infrastrutture militari la Somalia ospita la più grande base militare della Turchia al di fuori del suo territorio, una testimonianza dell’interesse strategico della Turchia in Somalia. Può ospitare più di 1.500 soldati per l’addestramento e si trova in riva al mare in prossimità della capitale. L’obiettivo è creare un esercito somalo meglio preparato per affrontare le bande terroristiche che affliggono la regione. La Turchia ha inaugurato sabato 30 settembre 2017 questa base, il cui costo è stabilito in 50 milioni di dollari. Si prevede che lì verranno addestrati un totale di 10mila soldati somali. Vi staranno circa 200 soldati e addestratori turchi.
Va notato che la presenza militare della Turchia è più che strategica in Somalia: Gibuti, lo stato confinante con cui confina, ospita ben sei eserciti stranieri, tra cui quello di Francia, Stati Uniti e Cina.
Ma anche sul fronte sanitario la Turchia ha dato un contributo di grande rilevanza. Il Somalia-Turkey Research and Training Hospital è stato aperto a Mogadiscio nel 2015 alla presenza del presidente della Repubblica di Turchia. È un ospedale all’avanguardia con una capacità di 230 posti letto attrezzato da TIKA (l’Agenzia turca di cooperazione e coordinamento). Ospita una media di 6mila persone e fornisce una media di 100 operazioni al mese.
Considerato il centro medico più moderno e meglio attrezzato dell’Africa orientale, questo ospedale conta 390 dipendenti, di cui 47 turchi. Il protocollo firmato tra i due Paesi prevede il sostegno finanziario del ministero della Salute turco all’ospedale. Così l’ospedale sarà gestito congiuntamente dai due Paesi e sarà consegnato “libero” alla Somalia dopo cinque anni.
Tutta l’Africa e nel suo insieme contiene immense risorse naturali e naturalmente non fa eccezione la Somalia, che ha carbone, uranio, stagno, gas naturale e soprattutto petrolio nella regione autonoma del Puntland. A fine gennaio 2020, di ritorno da un vertice sulla Libia dove la Turchia sostiene militarmente il governo di Tripoli in cambio di diritti di esplorazione per siti di gas offshore, Erdogan non ha nascosto le sue intenzioni in relazione alle risorse petrolifere. È evidente comunque che ci sarà un notevole vantaggio per le aziende del Paese che prenderanno il controllo delle risorse naturali della Somalia viste le potenzialità. La Turchia è ben posizionata per consentire alle sue imprese di beneficiare dello sfruttamento di queste risorse.
Così come la Cina, anche la Turchia fa leva sul ruolo dell’educazione per penetrare maggiormente nel paese. Ci sono molti programmi di insegnamento della lingua turca nelle scuole in Somalia. L’istituto “Yunus Emre”, che ha lo scopo di aiutare a diffondere la cultura e la lingua turca, ha stabilito partnership con alcune scuole in Somalia. Nell’orfanotrofio delle ragazze di “Bundareh” ad esempio la lingua turca è inserita nel programma ufficiale con il sostegno di questo istituto.
Dal 2012 la Turchia ha iniziato ad accogliere studenti somali nelle sue università concedendo loro regolarmente borse di studio, e la prossima generazione di lavoratori è già in preparazione. Questi studenti occuperanno posizioni strategiche e porranno ancora maggiore enfasi sulla Turchia nell’aggiudicazione degli appalti e nella distribuzione degli appalti pubblici.
Per quanto riguarda l’emergenza Covid-19, quale atteggiamento assunto alla Turchia?
All’inizio della crisi del COVID-19 la Turchia è stata ancora una volta il primo paese a rispondere alla richiesta di aiuto della Somalia per proteggere la sua popolazione dal coronavirus. Lunedì 13 aprile 2020 un aereo cargo turco A400M carico di forniture mediche è decollato dall’aeroporto militare di Etimesgut nella capitale Ankara per la capitale somala Mogadiscio. Gli ausili, tra cui barelle, letti e altre lenzuola, sono stati preparati dal ministero della Salute turco e dalla Mezzaluna Rossa turca (Kizilay). Sui pacchi in questione è scritta in turco e somalo una citazione del famoso pensatore e poeta mistico turco Mevlana: “Dietro la disperazione ci sono molte speranze. Dietro l’oscurità si nascondono molti soli”.
Superfluo osservare che una delle ragioni, ma certo non la sola, del successo della Turchia all’interno della Somalia dipende da un lato dalla mancanza di legami coloniali con la Somalia e dall’altra dal ruolo ponderante della Fratellanza Musulmana.