di Domenico Letizia –
La connessione intima tra i contesti urbani e il proprio patrimonio liquido assume sempre più importanza globale per le sfide di vivibilità legate all’immediato futuro. Acqua, sostenibilità e ambiente le tematiche che preoccupano gli scienziati e gli attivisti e le problematiche del rapporto uomo e ambiente colpiscono i contesti urbani come quelli di campagna. Il dibattito torna fecondo a Milano. Il Comune comincia a rendere navigabili sette chilometri dei canali che erano stati “tombati” dal centro alle campagne. Stanziati 150 milioni per la connessione idraulica dei “Navigli” e la riapertura dei primi cinque tratti, poi nave fino alla Borsa e al Duomo. E la connessione idraulica del rapporto uomo e risorsa liquida diviene dibattito internazionale per gli esperti. Dal recente Great Rivers Forum, svoltosi in Cina è emerso il potenziale insito nella cooperazione tra musei dell’acqua, centri educativi e networks dell’UNESCO. La finalità è quella di alimentare il dibattito attuale sulla gestione sostenibile dei fiumi e rafforzare le attività educative legate agli SDGs e all’impegno continuo di sensibilizzazione necessaria a tutelare maggiormente i patrimoni dell’acqua. I musei dell’acqua possono svolgere un ruolo cruciale nella creazione di nuovi ponti tra scienza e società, mentre allo stato attuale le attività principali dei musei sono perlopiù legate alla divulgazione e al coinvolgimento del pubblico. I musei potrebbero invece contribuire anche ad attività di ricerca utilizzando gli archivi storici e le indagini sul patrimonio idrico locale. I migliori esempi di sistemi di governance integrata dei fiumi e di utilizzo sostenibile dell’acqua, che hanno saputo coniugare tradizioni passate e tecnologie moderne, dovrebbero essere valorizzate e promosse all’interno di mostre ed esposizioni museali, per supportare un approccio più completo, volto a una migliore comprensione antropologica delle nostre origini materiali e culturali legate ai fiumi e all’acqua. Da un lato bisogna mettere una “nuova cultura dell’acqua” al centro di ogni approccio progettuale sui fiumi in ottica transdisciplinare; dall’altro è necessario sostenere maggiormente le azioni educative rivolte alle nuove generazioni a tutti i livelli, confermando nuovi ruoli e funzioni ai Musei dell’Acqua su scala globale. L’UNESCO, come Agenzia specializzata delle Nazioni Unite per l’educazione, è incaricata di indirizzare e coordinare l’impegno a favore dell’Educazione nell’Agenda 2030, un programma globale per eliminare la povertà attraverso i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs). Il recente dibattito avutosi in Cina ha chiarito importanti aspetti e nuovi obiettivi globali per un nuovo approccio all’acqua: il tentativo di unire cultura, sviluppo sostenibile e nuova visione dell’attualità e della geopolitica dell’acqua. L’obiettivo è valorizzare una “nuova cultura dell’acqua” al centro di ogni approccio progettuale sui fiumi in ottica transdisciplinare; dall’altro è necessario sostenere maggiormente le azioni educative rivolte alle nuove generazioni a tutti i livelli. Le linee guida delineate in Cina sono state chiare per raggiungere i nuovi obiettivi, attraverso il Global Network of Water Museums si potrà sfruttare le sinergie esistenti tra i partners del progetto per realizzare nuovi e ambiziosi obiettivi già dal 2019, facendo crescere tutte le realtà aderenti al circuito. I Musei dell’Acqua Cinesi coinvolti nel Great Rivers Forum rappresentano un interessante esempio di sito polifunzionale a cui ispirarsi, un volano per lo sviluppo incardinato sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Una rete che intende raccordarsi con l’iniziativa UNESCO del Global Network of Water Museums all’interno del proprio Programma Idrologico Internazionale. Il Global Network, che raccoglie già l’adesione di oltre settanta istituzioni museali e di ricerca da tutto il mondo avrà il compito nei prossimi mesi di coordinare diverse reti “regionali”, da quella cinese a quella dell’America del Sud, onde diffondere in maniera pratica e concreta, attraverso l’organizzazione di seminari, mostre, scambi di personale e pubblicazioni comuni, gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. La stessa agenda UNESCO di Wuhan, redatta presso il Museo del Fiume Azzurro da oltre duecento relatori di tutto il mondo, mira a promuovere l’urgenza di una gestione più lungimirante dell’acqua, contro sprechi e inquinamenti, e raggiungere così milioni di nuove generazioni e invitarli a riflettere sui diversi aspetti legati a un uso più lungimirante di un bene così essenziale alla vita, riconnettendo le tecniche e i modelli di gestione ereditati dal passato alle attuali visioni pianificatorie, e valorizzando quel patrimonio di conoscenze e saperi che hanno plasmato, nei secoli, paesaggi e patrimoni dell’acqua unici e irripetibili. Obiettivo che in Italia ritroviamo con il Water Museum of Venice, innovativo progetto che mira a mettere insieme le testimonianze più significative dei densi ma frammentati patrimoni e “universi liquidi” della Civiltà dell’Acqua delle Tre Venezie, grazie a una piattaforma on-line innovativa, volta a facilitare la localizzazione e la visita dei siti. Il Water Museum of Venice costituisce una sfida per costruire un futuro migliore: si rivolge a cittadini e amministratori che hanno a cuore la preservazione della qualità di tutte le acque, superficiali e sotterranee, unitamente ai patrimoni storici in grado di raccontarci e rievocare ancora la loro relazione unica e speciale con il bene più prezioso per la vita, includendo anche un’esplorazione delle buone pratiche odierne, progetti di rivitalizzazione degli ecosistemi acquatici, aree di ricarica delle falde acquifere, quali espressioni della migliore “cultura dell’acqua” odierna.