La politica estera di Papa Francesco

La vicinanza alle sofferenze di Palestina e Israele, i rapporti tesi con gli Usa, i tentativi di mediazione tra Kiev e Mosca e l'appello al disarmo.

di Mariarita Cupersito –

In qualità di capo della Chiesa Cattolica romana, nonché di capo di Stato della Santa Sede, durante suoi anni di pontificato Papa Francesco non ha perso occasione per perorare con i leader mondiali le battaglie in cui credeva, assumendo posizione su temi come il clima, i diritti umani, l’immigrazione e le guerre.
Nel suo ultimo messaggio pasquale, a poche ore dal decesso avvenuto questa mattina, Papa Francesco ha espresso il suo dolore per la “volontà di morte” nei conflitti nel mondo, per il “disprezzo” nei confronti dei “più deboli, gli emarginati, i migranti”.
“Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo” ha dichiarato. “L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”, ha sottolineato, lanciando un appello “a non cedere alla logica della paura che chiude”.
Bergoglio si è detto vicino alle sofferenze di Palestina e Israele, dichiarandosi preoccupato per “il crescente clima di antisemitismo” che sta prendendo piede nel mondo. Non sono mancate parole di solidarietà per la comunità di Gaza, “dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria”. “Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira a un futuro di pace”, ha concluso.
Per quel che concerne gli Usa, i rapporti del pontefice con l’amministrazione Trump sono stati caratterizzati da una certa tensione soprattutto a causa del continuo disaccordo su determinati temi: già nel 2016 Bergoglio aveva criticato il progetto del muro al confine con il Messico, affermando che “una persona che pensa solo a costruire muri non è cristiana”. In risposta, Trump accusò il Papa di essere strumentalizzato dal governo messicano. Non è andata meglio in tema di ambiente, verso cui il pontefice ha sempre prestato particolare attenzione: mentre il presidente Usa, poco dopo il suo primo insediamento, ritirava gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, nel 2015 il Papa pubblicava l’enciclica “Laudato Si’”, diventata poi un punto di riferimento nella lotta al cambiamento climatico. Inoltre Bergoglio ha promosso un ordine internazionale inclusivo e cooperativo, mentre Trump ha privilegiato un approccio isolazionista; anche i rapporti con la Cina sono stati motivo di conflitto: nel 2020 il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha accusato la Santa Sede di ”immoralità” per la sua politica adottata nei confronti di Pechino, con cui nel 2018 il Vaticano ha firmato un accordo sui vescovi già rinnovato più volte.
Sulla guerra in Ucraina, il pontefice ha scelto di non schierarsi nei termini di contrapposizione militare o politica, ma di far leva sulla diplomazia della coscienza: Il Papa ha condannato energicamente l’aggressione subita da Kiev, denunciando i bombardamenti sulla popolazione civile; allo stesso tempo però ha cercato di tenere aperto il dialogo prendendo le distanze dalle logiche su cui si basava il discorso politico globale.
Bergoglio si è speso concretamente per la causa: ha inviato in missione speciale il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, nella speranza di una possibile mediazione tra l’Ucraina e la Russia; ha incontrato i familiari dei prigionieri di guerra e dei bambini deportati; ha offerto il coinvolgimento della Santa Sede in eventuali negoziati di pace e ha promosso operazioni di scambio umanitario.
Il presidente russo Vladimir Putin, a poche ore dalla morte del Pontefice, ha dichiarato alla stampa che Papa Francesco “ha trattato la Russia nel modo migliore possibile” e “ce lo ricorderemo”.
Putin ha ricordato di avere incontrato il Papa diverse volte e di aver mantenuto relazioni attraverso vari canali. “Questo è un uomo che, voglio sottolineare ancora, aveva un atteggiamento molto positivo verso la Russia”, ha aggiunto il capo del Cremlino.
“Milioni di persone in tutto il mondo piangono la tragica notizia della scomparsa di Papa Francesco. La sua vita è stata dedicata a Dio, alle persone e alla Chiesa. Sapeva dare speranza, alleviare le sofferenze attraverso la preghiera e promuovere l’unità. Ha pregato per la pace in Ucraina e per gli ucraini. Piangiamo insieme ai cattolici e a tutti i cristiani che hanno cercato sostegno spirituale in Papa Francesco. Memoria eterna!”, ha dichiarato attraverso i propri canali social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.