Francia. La sfida alle elezioni di Macron

Se l'Europa guarda alla pace per l'Ucraina.

di Maurizio Delli Santi * –

Tre leader europei, i premier tedesco, spagnolo e portoghese, non si sono curati delle accuse di ingerenza e hanno rivolto ai francesi chiamati al voto l’invito a difendere “i valori comuni europei”. E Macron ha annunciato il suo piano per indurre Putin a un ripensamento, attraverso la mediazione di Francia, Italia e Germania, perché “spetta a noi europei costruire la pace sul nostro suolo”. Se, come sperano gli europeisti, Macron sarà riletto, sarà bene che l’Italia batta un colpo, anche accelerando la ratifica del Trattato del Quirinale.

Deve far riflettere il pronunciamento che tre leader europei – il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier spagnolo Pedro Sanchez e quello portoghese Antonio Costa – hanno rivolto alla Francia, alla vigilia del ballottaggio per elezioni presidenziali, con un fermo richiamo a difendere i “valori comuni europei”. È evidente che trovandosi al cospetto di una democrazia matura, i tre governanti europei non hanno temuto le accuse di ingerenza. Hanno preferito lanciare comunque una esortazione all’elettorato francese, affinché decida responsabilmente su ciò che la scelta per Macron rappresenta per l’Unione Europea: un elemento di saldezza della leadership europea che si vuole delineare su un “nucleo forte” di Stati, soprattutto nell’attuale scenario della guerra in Ucraina. Specie rispetto alle controverse simpatie putiniane e alle posizioni antieuropeiste della Le Pen, Macron rappresenta un forte elemento di stabilità e una garanzia fondamentale per mantenere fermo il timone delle sanzioni alla Russia e degli aiuti all’Ucraina, passaggi importanti da sostenere anche nell’ottica di rilanciare la ripresa dei negoziati in una posizione di forza. Anche in Italia, sebbene non vi sia stata una iniziativa ufficiale del governo, personalità politiche autorevoli della maggioranza hanno espresso analoghi sentiment, e dunque tutti attendono con grandi speranze l’esito delle consultazioni francesi di domenica 24 aprile.
Se le previsioni saranno confermate, avremo un’Unione Europea più forte. Il presidente Macron avrà tutte le credenziali per presentarsi con maggiore autorevolezza al cospetto di Putin, anche nel mandato degli ultimi due mesi alla presidenza di turno dell’Unione. Le premesse sono state ben studiate: Macron, pur sostenendo senz’altro la politica delle sanzioni e degli aiuti all’Ucraina, ha preferito non accodarsi alle accuse più estreme – come ad esempio quella di “genocidio”, o di “criminale di guerra” – che il presidente americano Biden o il premier britannico Johnson hanno rivolto a Putin. Non che non fosse convinto della loro fondatezza, ma semplicemente finora non ha voluto pronunciarsi per lasciarsi una porta aperta e riprendere la via del dialogo. Macron ha infatti indicato la linea nel corso di una intervista resa a varie testate internazionali alla vigilia del voto.
La sua convinzione è che l’attuale fase della guerra sia drammatica, nella prospettiva dichiarata della Russia di intensificare gli attacchi in vista di quella che è stata già individuata la data che per Putin dovrà rappresentare la svolta del suo successo militare: il 9 maggio, anniversario della vittoria russa sul nazismo, che a Mosca viene celebrata con una solenne parata militare nella Piazza Rossa. Macron pone dunque in guardia dal rischio che la Russia passi giorno per giorno ad un livello superiore di escalation sul piano militare, riducendo le condizioni della strada diplomatica. Denuncia che bisogna tener conto “dei crimini di guerra adesso accertati”, del modo di condurre la guerra nel Donbass e a Mariupol, ma anche “delle provocazioni sul nucleare”, dell’ultimo test missilistico, del rischio incombente di impiego di armi non convenzionali, e di una cobelligeranza di altri Paesi.
Da qui la linea strategica confermata da Macron: accanto alla politica delle sanzioni e delle pressioni internazionali, occorre rilanciare una iniziativa per avvicinare tutti i potenziali partner dell’Unione Europea, nel Golfo, in India e in Cina. La preoccupazione di Macron è netta: occorre evitare una “disgregazione nel mondo”, che rappresenterebbe una frattura irreparabile perché non si può sostenere il confronto con la Russia “da un solo campo, quello degli Stati Uniti e dell’Europa”.
Le parole di Macron alla stampa internazionale sono anche più esplicite: questa frattura non potrebbe che generare una “Europa vassalla”, con il rischio di una rottura interna alla stessa Unione Europea. Da qui la “responsabilità di potenze mediatrici”, e il leader francese le indica espressamente: sono Francia, Italia e Germania. Ad esse spetta dunque la ripresa del dialogo diplomatico, nonostante “le scene di Bucha”, anche perché un intervento in tal senso è da sempre sollecitato dal Presidente Zelensky.
Il messaggio è quindi inequivoco sul ruolo che Macron intende sostenere con questo “nucleo forte” di Stati dell’Unione. Richiamando anche il “peso etico” di questo ruolo, è necessario che la responsabilità di parlare con Putin non sia lasciata ad altri, come il presidente turco, il primo ministro indiano, o il presidente cinese: sarebbe come decidere di lasciare a paesi non europei la costruzione della pace in Europa. E ritornando a Putin, conclude: “Voglio credere che ci sia ancora qualcosa in lui che lo porti a volere lasciare alla Storia, al suo popolo, qualcos’altro che non sia il caos e l’ignominia. Questo filo non voglio abbandonarlo. So che spetta a noi europei costruire la pace sul nostro suolo”.
Se Macron, come tutti sperano, sarà rieletto, sarà bene che l’Italia batta subito un colpo. Non dimenticando di ratificare quel Trattato del Quirinale che l’Italia, dopo tante titubanze, finalmente si era decisa a firmare il 26 novembre dello scorso anno, convincendosi finalmente che – come indicato nel Preambolo – poteva funzionare l’idea di una “comunità di destini” dei due Paesi, fondata “sui principi fondamentali e sugli obiettivi iscritti nella Carta delle Nazioni Unite e nel Trattato sull’Unione Europea”, e cioè i “valori di pace e sicurezza, rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della democrazia, dell’eguaglianza e dello Stato di diritto”.
Auguri Presidente Macron!

* Membro dell’International Law Association.