La stato della formazione digitale nei paesi dell’OCSE

Notizie Geopolitiche –

La pandemia di Covid-19 che ha colpito duramente tutto il mondo ha dato alla formazione a distanza, o e-learning, la spinta di cui aveva bisogno per diventare parte dello status quo a livello educativo. Tuttavia, la qualità della didattica digitale è collegata alla qualità delle infrastrutture digitali nella nazione da cui si effettua l’accesso. Quali paesi, ad oggi, hanno un’infrastruttura al passo con in tempi?
La start-up per la formazione digitale Preply ha esaminato lo stato dell’infrastruttura digitale, il numero di corsi di formazione digitale e il mercato dell’apprendimento online in 30 paesi, al fine di creare l’indice di e-learning, che vede l’Italia al 22° posto.
Con lo scopo di esaminare diversi paesi relativamente al loro potenziale nell’apprendimento digitale e nell’e-learning, per tutti gli stati membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sono stati presi in esame una serie di fattori che incidono sui settori di “Accesso all’educazione online” , “Disponibilità di Internet” e “Scenario dell’e-learning”. Di seguito i risultati:

-Il Messico offre le peggiori condizioni per l’e-learning. Solo il 44,3% della popolazione ha accesso a un computer privato e la lentezza di internet rende impossibile la collaborazione in tempo reale.
-Gli Stati Uniti offrono 9.303 corsi di laurea e corsi online che possono essere frequentati interamente online, offrendo al contempo la più grande varietà di opportunità di formazione digitale.
-Il Canada offre il miglior rapporto qualità-prezzo per quanto riguarda l’accesso a internet. Inoltre, il governo canadese investe circa il 31% del PIL nell’istruzione terziaria.
-Il Giappone si classifica sorprendentemente male, al 26° posto. Il paese tecnologicamente avanzato propone una ricca offerta di formazione online, ma la lentezza di Internet e le inadeguate opportunità di formazione frenano l’espressione di questo potenziale.
I dati della ricerca condotta da Preply rivelano che la maggiore crescita del mercato dell’anno scorso è stata registrata in Portogallo.

E per quanto riguarda l’Italia? Il nostro paese si colloca appunto al 22° posto della classifica, davanti a Spagna, Irlanda e Portogallo ma indietro rispetto a Regno Unito, Francia e Germania. Il motivo? Il 27.5% della popolazione non ha accesso a un computer da casa, unito a una connessione internet con solo 60 Mbit al secondo di velocità media su base nazionale. E non è tutto: anche l’investimento pubblico in queste voci è carente. In Europa siamo terzultimi per spesa per singolo studente con solo il 24.3% del PIL destinato alla scuola. Qui tutte le risorse dello studio sull’indice dell’e-learning.