La Turchia suona i tamburi di guerra verso la Siria. Per assumere un ruolo egemone nell’area

di Ehsan Soltani –

Diversi segnali danno per imminente un’azione seria, intesa come intervento militare, della Turchia verso la Siria. Sabato scorso la stessa Turchia ha organizzato ad Istanbul un meeting dei partiti siriani in esilio, i quali prima non riuscivano a trovarsi per via delle palesi differenze di vedute ( si trattavano  di formazioni liberali, islamiche…), ma oggi, sotto il controllo della Nato e della Turchia,  in 120 rappresentanti dell’opposizione siriana sia interna che esterna, sono giunti ad un accordo operativo per organizzare un governo di transizione dopo il rovesciamento di al-Assad.
La stessa epurazione di vertici dell’esercito da parte di Erdogan, avvenuta qualche settimana fa, lascia trasparire l’intenzione della Turchia di intervenire militarmente in Siria: i servizi segreti avevano sparso la voce che, dopo l’onda di arresto di 250 militari, si sarebbe proceduto alla cattura di altri alti ufficiali, tanto che di questi se ne erano dimessi 42 (vedi), possibili oppositori alla politica belligerante del governo Erdogan.
Inoltre la Turchia in questo momento sta operando una vera e propria repressione nei confronti dei curdi, bombardando i villaggi posti al di là dei confini iraniani e le basi del PKK (vedi), al fine di prevenire una loro risposta interna all’attacco verso la Siria. Sia il sostegno ai partiti siriani di opposizione, che l’epurazione dei vertici militari, che l’attacco ai villaggi del PKK, che soprattutto la posizione dichiaratamente ostile nei confronti della Siria da parte di Erdogan, mostrano che la Turchia ha concrete intenzioni intervenire militarmente verso il governo di al-Assad.
Fino ad oggi la Turchia ha rivestito un ruolo di mediazione fra l’Occidente ed il Medio Oriente e quindi fra le relative potenze nucleari, in particolare l’Iran, mentre ora intende mostrarsi al Medio Oriente come agente salvatore della Siria e quindi assumere un ruolo egemone nella zona.
La strategia di Erdogan sta obbligando Nato ed Europa ad adattarsi alla propria linea, con la conseguente trasformazione della Siria in un paese allineato alla Turchia