“Lady Huawei” liberata, ‘grazie al mio forte paese e al Partito Comunista’

Pechino rilascia i due canadesi Spavor e Kovrig, condannati per spionaggio.

di Enrico Oliari

La diplomazia ha lavorato senza sosta per risolvere il caso della direttrice finanziaria di Huawei Meng Wanzhou, arrestata in Canada nel 2018 su mandato degli Usa.
Meng, figlia del fondatore del colosso delle telecomunicazioni Ren Zhengfei, era agli arresti domiciliari dal 2019 e già si dava come imminente la sua estradizione negli Usa per rispondere di cospirazione e frode bancaria, un’operazione da leggersi nel quadro delle accuse dell’amministrazione Donald Trump rivolte a Huawei di servirsi delle infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni, in particolare la rete 5G, per spiare aziende, apparati governativi ed utenti. Al punto che la Casa Bianca aveva intimato ai paesi alleati di non servirsi della telefonia Huawei, tant’è che da lì a poco la British Telecom aveva comunicato la cessazione di ogni rapporto per il “rischio spionaggio”. Il caso ben si inseriva nella ancora non risolta “guerra dei dazi”, il divieto di istallare sulla telefonia cinese programmi come Android e Google e alle aziende Usa di istallare componentistica cinese.
Nella fattispecie per gli inquirenti statunitensi il colosso di Shenzhen aveva intrattenuto relazioni commerciali con l’Iran attraverso società create ad hoc, paese sottoposto alle sanzioni di Washington.
Oggi vi è stato tuttavia un vero e proprio colpo di scena a seguito di un accordo avvenuto tra il dipartimento di Giustizia Usa e “Lady Huawei”, presto formalizzato in sede di tribunale, secondo cui Meng ammetterebbe alcune delle accuse in cambio del ritiro di altre da parte degli inquirenti.
Entusiasticamente la donna ha ringraziato la diplomazia cinese affermando che “senza una Cina forte non sarei libera, abbraccerò presto la mia madre patria”. “Grazie alla guida del Partito Comunista – ha insistito – il mio paese natale è diventato di giorno in giorno sempre più prospero e forte”.
Da parte cinese è stato fatto sapere attraverso il ministro degli Esteri Wang Yi che “il comportamento di Usa e Canada rappresenta una detenzione arbitrarsia, anche perché le accuse mosse a Meng sono puramente inventate: siamo davanti a una persecuzione politica nei confronti di una cittadina cinese, un’operazione di contrasto nei confronti delle imprese di alta tecnologia della Cina”.
All’iniziativa di liberare Meng la Cina ha comunque risposto rilasciando Michael Spavor e Michael Kovrig, due cittadini canadesi arrestati nel 2018 e condannati di recente a diversi anni di reclusione per spionaggio. Il primo, un uomo d’affari che viveva tra Cina e Corea, era stato accusato di aver passato informazioni a Kovrig, nonché fotografie di attrezzature militari. Krovig è invece un ex diplomatico che avrebbe “raccolto una grande quantità di informazioni riservate relative alla sicurezza nazionale cinese, sulle quali ha scritto rapporti analitici. Le informazioni raccolte da Kovrig includevano segreti di Stato e intelligence di secondo livello”, come ha riportato il Global Times.
Difficilmente la liberazione di Meng potrà rappresentare un avvicinamento di Usa e Cina, tuttavia la cosa potrebbe favorire la normalizzazione del dialogo fra le due potenze.