L’ambiguo rapporto di Russia e Cina. intervista a Giulia Pompili

a cura di Francesco Cirillo –

In occasione della conferenza della NATO Defense College Foundation Game Changer, che si è tenuta a Roma lo scorso 10 marzo, abbiamo incontrato la giornalista de Il Foglio ed esperta di Asia e Cina Giulia Pompili, con la quale abbiamo approfondito la crisi ucraina e le ripercussioni in Asia, in particolare il rapporto tra Russia e Cina. Pompili è autrice del saggio “Sotto lo Stesso Cielo”, edito da Mondadori, che tratta il complesso rapporto della Cina con i paesi dell’area.

– Visto il prolungamento del conflitto in Ucraina, come si evolverà la posizione, oggi ambiai, della Repubblica Popolare Cinese nei confronti della Russia e della guerra ?
Non lo sappiamo con esattezza. La maggior parte degli esperti che si occupano di Cina interpretano i segnali finora mandati da Pechino in un modo: la guerra è di certo ‘qualcosa che la Cina non voleva vedere’, perché ha delle conseguenze negative sulla crescita economica. Ma la Cina non è pronta per rinnegare la partnership con Vladimir Putin, né vuole farlo. L’invasione è anzi un’ottima occasione per ergersi a paese terzo e neutrale, che dice parole ecumeniche come ‘auspichiamo il dialogo e la pace’, che manda aiuti umanitari all’Ucraina. Ma che nel frattempo ha in piedi decine di trattati strategici con Mosca, anche a livello di difesa“.

– Taiwan e l’Ucraina sono completamente separati e rappresentano contesti diversi. Però cosa può apprendere la Cina dall’attuale crisi in Europa?
Una delle cose che più deve aver temuto la Cina da questa crisi è il fatto che non ci siano state sostanziali divisioni all’interno dell’Alleanza Atlantica. Nonostante la disinformazione e le fake news, le naturali rivalità anche all’interno degli stati membri dell’Ue, la guerra ha compattato l’alleanza dei paesi liberali. Che ora iniziano a identificare come una minaccia non solo Mosca, ma anche Pechino, e in generale le grandi potenze autoritarie e coercitive. In caso, molto remoto, di un attacco simile a Taiwan, ora la Cina sa quali potrebbero essere le risposte. In Asia orientale non ci sarebbe forse una coesione simile, ma non si può escludere nalla a priori“.

– Per concludere, qual è l’attuale rapporto tra Russia e Cina e come si evolverà alla fine della guerra?
Una delle conseguenze potrebbe essere quella di trasformare la Russia in un junior partner di Pechino. Per la Cina sarebbe la rivalsa storica dopo lo split sino-sovietico degli anni Sessanta e Settanta, ma non è detto che la Russia sia disposta a farlo. Nei prossimi mesi cambieranno molte cose e da quei cambiamenti si ridefiniranno le alleanze“.