di Shorsh Surme –
Il futuro dei colloqui tra Israele e Libano sulla delimitazione di un confine marittimo condiviso, mediato dall’inviato speciale e coordinatore per gli Affari energetici internazionali degli Stati Uniti, Amos Hochstein, rimane incerto a seguito di uno scambio di dichiarazioni da parte di Israele e Hezbollah circa lo sfruttamento da parte israeliana del giacimento di gas naturale di Karish. Entrambe le parti hanno suggerito che le tensioni potrebbero degenerare in una guerra totale se non saranno soddisfatte le rispettive condizioni. Esponenti libanesi, tra cui il presidente Michel Aoun, hanno dichiarato che i negoziati per demarcare il confine sono alle fasi finali.
Negli ultimi giorni ci sono stati diversi segnali di ulteriori escalation tra Israele e Hezbollah sulla delimitazione del confine marittimo. Già il leader defunto di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva lanciato avvertimenti per le esplorazioni israeliane nel campo di Karish, sulla linea rossa: il 16 settembre il ministro dell’Energia israeliano Karine Elharrar aveva annunciato che erano in corso i preparativi per collegare il campo di gas di Karish al sistema di condotte israeliano, ovvero che a giorni avrebbe avuto inizio l’estrazione di gas. Aveva anche spiegato che le attrezzature di perforazione e i sistemi di pompaggio sarebbero stati testati su una piattaforma offshore.
Le dichiarazioni erano arrivate come un passo preventivo israeliano volto a imporre un fatto compiuto al campo conteso, ma ad oggi i colloqui di confine mediati dall’inviato speciale degli Stati Uniti Hochstein tra Israele e Libano non hanno portato a un accordo. Ciò è in gran parte correlato al tentativo di Israele di stabilire una realtà nell’area utilizzando la piattaforma galleggiante di gas Energean Power nel campo conteso, uno sviluppo che probabilmente porterà a una nuova escalation delle tensioni nell’area.
Le dichiarazioni del ministro dell’Energia israeliano sono state accolte da minacce dirette da tutti leader di Hezbollah: alla cosiddetta commemorazione di Arbaeen è stato sostanzialmente detto che “Diamo una possibilità ai negoziati, ma i nostri occhi e i nostri missili sono puntati su Karish”.
Le dichiarazioni non possono essere viste separatamente dai passi compiuti da Hezbollah da quando la disputa sul campo di Karish è ripresa a giugno. Tra le minacce dei leader di Hezbollah vi è quella del lancio di droni sugli impianti estrattivi, e sebbene la milizia stia monitorando attentamente la situazione, non sta prendendo parte ai negoziati lasciando che a interagire fosse lo Stato libanese, rappresentato dalle sue tre istituzioni, ovvero la presidenza, il parlamento e il gabinetto.