Libano. Tre morti alla manifestazione contro il giudice dell’inchiesta sull’esplosione al porto

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Momenti di tensione a Beirut, dove militari hanno aperto il fuoco contro manifestanti di Hezbollah e di Amal, entrambi gruppi sciiti, che stavano raggiungendo il palazzo di Giustizia per chiedere le dimissioni del giudice Tarek Bitar, a capo dell’inchiesta sulla terribile esplosione del 4 agosto 2020 al porto della capitale, che uccise oltre 200 persone e ne ferì 6.500.
L’esercito aveva avvertito che sarebbero stati colpiti manifestanti armati, così i cecchino hanno sparato e ucciso tre persone e feritone una ventina.
Hezbollah e Amal, partiti che sono al governo, ritengono che vi sia stata una politicizzazione delle decisioni del giudice, il quale aveva spiccato un mandato d’arresto nei confronti del parlamentare ed ex ministro delle Finanze Ali Hassan Khalil, uomo di fiducia del presidente del Parlamento Nabih Berry. In realtà il mandato d’arresto era dovuto al fatto che Khalil non si era presentato ad un interrogatorio.
Il rischio è che la già grave situazione politica del paese sprofondi in una nuova crisi di governo, dal momento che sia Hamas che Amal hanno minacciato di togliere i rispettivi ministri dal governo se il giudice non sarà rimosso.