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Nel caos libico, dove ormai tutti sono contro tutti e, di fatto, lo Stato non esiste, il governo e i deputati eletti, rifugiatisi a Tobruk, hanno riconosciuto che la capitale e le sedi dei ministeri sono in mano alle milizie ribelli.
Addirittura miliziani occupano l’ambasciata degli Stati Uniti, ufficialmente per proteggerla dagli sciacalli, in realtà in diversi vi bivaccano ed usufruiscono della piscina e dei vari locali. La rappresentanza diplomatica come tutte quelle occidentali ad esclusione di quella italiana, è chiusa da giorni.
Con un comunicato il governo guidato da Abdallah al-Thani, premier appena nominato per la terza volta dopo essersi dimesso per due, ha spiegato che le milizie armate (probabilmente quelle di Zintan, mentre querlle di Misurata hanno conquistato l’aeroporto della capitale) impediscono il funzionamento di qualsiasi servizio di Stato, come pure agli impiegati e ai funzionari ministeriali di raggiungere il posto di lavoro.
