Libia. Haftar, ‘Kobler non mi coinvolge’

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Haftar grandeIl potente generale libico della parte “di Tobruk” Khalifa Haftar ha denunciato di non essere stato invitato a nessun incontro o di essere stato coinvolto in alcun’iniziativa dall’inviato delle Nazioni Unite per la crisi libica Martin Kobler, aggiungendo che “La mia presenza nella nuova leadership della Libia non dipende dal punto di vista di Kobler. Se avesse voluto incontrarmi, avrebbe potuto chiederlo ufficialmente ed espresso i problemi che voleva discutere con noi. Inoltre, avrebbe aspettato una risposta”.
La figura di Haftar, capo dell’esercito del governo non riconosciuto di Tobruk (per quanto frutto delle elezioni del 2014) è uno degli elementi che rende difficile il ricongiungimento delle parti in lotta, anche perché nel governo riconosciuto di Tripoli, frutto delle mediazioni Onu prima di Bernardino leon e poi di Martin Kobler, vi sono numerose milizie anche islamiste che non vogliono avere a che fare con lui. Il generale avrebbe voluto essere nominato ministro della Guerra nel governo di unità nazionale, ma i suoi detrattori accusano il generale di essere stato al soldo di Washington in quanto, fatto prigioniero nel 1987 dall’esercito ciadiano in occasione della “Guerra delle Toyota”, è stato poi prelevato dalla Cia e portato negli Usa, dove vi è rimasto fino al 2011 per ricomparire in Libia a comandare la piazza di Bengasi nell’insurrezione che ha portato alla deposizione di Muammar Gheddafi.
Haftar ha oggi anche ricordato un episodio di questa settimana a Tobruk, quando gli abitanti avrebbero “cacciato” Kobler all’arrivo presso l’aeroporto. Per il generale ciò “riflette la posizione della gente su Kobler e su come risolve il problema libico”.
Martin Kobler era effettivamente giunto a Tobruk lo scorso 25 novembre per tentare di convincere il parlamento e gli esponenti politici ad unirsi al governo di unità nazionale presieduto da Fayez al-Serraj, ma se ne era dovuto ripartire a mani vuote e fra le proteste della popolazione.