Libia. Haftar prende il controllo di Campo Tendi

di Giuseppe Gagliano

Nonostante non se ne parli, continuano, seppur con bassa intensità, gli scontri in Libia fra il governo riconosciuto dalla Comunità internazionale, con sede a Tripoli, e le forze del generale halifa Haftar, comandante dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) e di fatto padrone del parlamento di Tobruk.
In questi giorni le forze di Haftar hanno preso il campo militare Tendi, cosa che segna un nuovo capitolo nella complessa guerra per il controllo della Libia. L’operazione, condotta all’alba del primo gennaio 2025, non rappresenta solo un successo militare per Haftar, ma anche una mossa politica che potrebbe rimescolare le carte in un Paese già segnato da un precario equilibrio di potere.
Ubari, situata nel sud-ovest della Libia, è una delle regioni più ricche di risorse naturali, in particolare petrolio e gas. Il controllo del campo Tendi consente ad Haftar di rafforzare la sua posizione in un’area cruciale per la stabilità economica e militare del Paese. La presenza storica di tribù Tuareg, fedeli al comandante regionale Ali Kanna, rende questa regione un nodo delicato per qualsiasi operazione militare.
L’assenza di resistenza durante l’attacco, come riportato dai media vicini ad Haftar, potrebbe indicare una strategia calcolata: colpire in un momento in cui le forze di Kanna, già sotto pressione, non erano in grado di difendere il campo. Tuttavia questa manovra rischia di alienare ulteriormente le tribù locali, che potrebbero vedere in Haftar un usurpatore piuttosto che un garante della sicurezza.
La perdita del campo Tendi è un duro colpo per Ali Kanna, ex ufficiale del regime di Gheddafi e figura chiave nella regione meridionale. La sua leadership è stata finora sostenuta da un fragile equilibrio tra il Consiglio presidenziale libico e le tribù locali. Con questa sconfitta, la sua capacità di mantenere l’ordine potrebbe essere messa seriamente in discussione.
Sul piano nazionale l’operazione di Haftar rafforza la sua immagine come unico leader in grado di esercitare un controllo reale su ampie porzioni del Paese. Tuttavia il rischio di una nuova escalation è evidente. Gli scontri recenti a Sirte tra brigate interne alle forze di Haftar dimostrano che nemmeno l’LNA è immune da divisioni, e un conflitto aperto nel Sud potrebbe compromettere il fragile cessate il fuoco in vigore dal 2020.
L’operazione arriva in un momento in cui la comunità internazionale, guidata dalle Nazioni Unite, sta cercando di rilanciare il processo politico in Libia. La missione UNSMIL ha recentemente istituito un comitato di esperti per superare le impasse sulle leggi elettorali, ma l’azione di Haftar rischia di complicare ulteriormente il dialogo tra le fazioni. Le potenze straniere, da tempo coinvolte nel conflitto libico, potrebbero interpretare la presa del campo Tendi come un segnale di ambizioni rinnovate da parte di Haftar, spingendo alcuni attori regionali a intervenire per bilanciare il suo potere.
In particolare il ruolo della Russia e degli Emirati Arabi Uniti, principali sostenitori di Haftar, sarà cruciale. La loro capacità di influenzare il comandante potrebbe determinare se questa mossa rappresenterà l’inizio di una nuova fase di conflitto o un tentativo di rafforzare la posizione negoziale dell’Est.
La conquista del campo Tendi è una vittoria tattica per Haftar, ma potrebbe rivelarsi una sfida strategica a lungo termine. La Libia rimane un Paese frammentato, dove ogni avanzata militare rischia di destabilizzare equilibri già precari. Se Haftar non riuscirà a integrare le tribù locali e a garantire la stabilità nel Sud, questa operazione potrebbe trasformarsi in un boomerang, alimentando ulteriori conflitti e minando il processo politico.
La comunità internazionale, dal canto suo, si trova di fronte a un dilemma: sostenere un cessate-il-fuoco che sembra sempre più fragile o adottare una posizione più dura contro le ambizioni di Haftar, rischiando però di alienare una delle poche forze che esercitano un controllo effettivo sul territorio.