Libia. Haftar tenta di prendere Sheba, cessate-il-fuoco a rischio

di Giuseppe Gagliano

La situazione rimane estremamente tesa a Sebha, capitale del Fezzan, a seguito degli scontri avvenuti nella notte del 13 dicembre tra la 116ma Brigata affiliata al governo di Unità Nazionale (GNU) e la Madkhalist Tariq Bin Ziyad Force (TBZ) del feldmaresciallo Khalifa Haftar.
Come riporta il media panarabo al-Arabiya il conflitto tra i due gruppi è scoppiato dopo che gli uomini di Haftar hanno fermato e requisito nuovo veicoli fuoristrada destinati alle forze di polizia di Sebha, inviati dal governo di Tripoli. La città è diventata un vero e proprio epicentro del conflitto accentuatosi negli ultimi giorni, e la situazione rimane monitorata poiché l’allargarsi del conflitto finirebbe per distruggere l’accordo di cessate-il-fuoco firmato nell’ottobre del 2020.
Anche a Tripoli la situazione è gravemente instabile, poiché negli ultimi giorni le milizie di alcune tribù hanno iniziato a riposizionarsi in alcuni distretti modificando le loro alleanze secondo i loro interessi.
Mohamed al-Menfi, presidente del Consiglio presidenziale, sembra tuttavia non voler cedere ad Haftar e ad essere intenzionato a riprendere le posizioni. Tuttavia l’area è in gran parte sotto il controllo delle forze di Haftar, che fin dal gennaio 2019 è riuscito a imporsi nella regione approfittando delle alleanze tribali, assicurandosi così i ricchi giacimenti petroliferi. Ha anche rilevato la base militare di Barak al-Shati e l’aeroporto di Tamanhint, che si trovano a due passi da Sebha.
Un altro aspetto da sottolineare è l’importanza attribuita da al-Menfi alle milizie delle tribù locali per garantire la sicurezza come nel caso dell’Ould Suleiman, una tribù araba dominante nella regione e che controlla alcuni distretti di Sebha. L’attuale tiro alla fune tra il Governo di unità nazionale (Tripoli) e Haftar (Tobruk) evidenzia il fatto che i due campi hanno cambiato alleanze. Comandato da Masoud al-Jadi, la 116mo Brigata si è unita al GNU a giugno. Tuttavia gli Ould Suleiman avevano inizialmente sostenuto Haftar quando stava cercando di conquistare Sebha, seguendo accordi finanziari per proteggere i giacimenti petroliferi.
L’Esercito di liberazione nazionale di Haftar si sta ora mobilitando per riprendere il controllo dei posti di blocco della città.
In effetti il generale ha un asso nella manica, poiché ha formato una forte alleanza con Wagner, la compagnia paramilitare russa presente in questa regione meridionale dall’agosto 2020. In totale la Wagner ha schierato almeno mille uomini in Libia, ma che non sono bastati insieme alle migliaia di mercenari sudanesi e ciadiani a prendere Tripoli in occasione dell’offensiva di Haftar sulla capitale.
La città di Sebha è sempre stata segnata dall’instabilità. Questa infatti si trova lungo rotte migratorie e dei contrabbandieri, ed è diventata un centro per tutti i tipi di traffico, compresi idrocarburi, esseri umani e attività redditizie che sono regolarmente oggetto di lotte di potere tra milizie. La regione ha anche vasti giacimenti petroliferi, così come falde acquifere e miniere d’oro.
Un altro aspetto da sottolineare è quello relativo alle permanenti conflittualità di natura tribale, e più esattamente tra gli Ould Suleiman e i Toubous, in perenne lotta fin dal 2021, e poi ancora i Tuareg contro i Toubous, entrati in guerra dal 2014 al 2016.
Una frangia dei Tuareg si è alleata con Haftar, mentre l’altra ha deciso di sostenere la GNU. Per quanto riguarda i Toubous, essi hanno mantenuto una posizione anti-Haftar, a causa del riavvicinamento di quest’ultimo con i Tuareg e gli Ould Suleiman.
D’altra parte la 116ma Brigata gode del tacito sostegno dei Kadhadhfa, la tribù di Muammar Gheddafi. Questo perché non accettano il fatto che l’LNA di Haftar abbia bloccato la candidatura presidenziale di Seif al-Islam Gheddafi, il 25 novembre alla corte di Sebha. Le relazioni tra Gheddafi e le forze GNU potrebbero portare a un effetto domino. I Tuareg, molti dei quali hanno servito all’interno dei ranghi del rais, vorrebbero il figlio Saif al-Islam presidente.
Tuttavia in Libia ogni cosa è destinata a cambiare in modo permanente e continuo. Non fanno eccezione le alleanze tribali che sono mutevoli ed imprevedibili.