Libia. I difensori di Tripoli temono di combattere al fianco di Ansar al-Sharia

di Vanessa Tomassini –

TRIPOLI. Il fronte di Triq al-Matar, lo stradone che congiunge Tripoli all’aeroporto Internazionale resta incessantemente il fronte più difficile, sia per gli uomini del maresciallo Khalifa Haftar che per la coalizione di gruppi armati che compongono la Tripoli Protection Force. Sotto i ponti che reggono le indicazioni per il vecchio aeroporto distrutto dalle milizie nel 2014, i mezzi dei ribelli di Tripoli e i gruppi accorsi da Zawiya e Misurata, si organizzano per respingere l’offensiva dell’esercito orientale. Le due fazioni si sono battute a lungo per il controllo dell’aeroporto internazionale, un punto tanto strategico, quanto fondamentale nel panorama della propaganda che da queste parti è alle stelle. “Sono dei codardi – ci ha detto Lofti al-Harari, mentre ci accompagnava alla prima linea – i cecchini ci sparano addosso. Le armi che abbiamo noi a disposizione, sono quelle dell’epoca di Gheddafi. Le nostre cartucce sono solamente 22-23, mentre Haftar ha mezzi nuovi ed armi molto più sofisticate”.
Da giorni, tra i giovani delle milizie Gnewa e i ribelli del 17 Febbraio circolano diverse voci. “Molti di noi non stanno più andando al fronte perché alcuni terroristi di Ansar al-Sharia, che abbiamo combattuto per anni, sono stati rimessi in libertà per combattere contro Haftar”, ci dice Mohammed, che ora teme per la propria vita. “Moriremo in ogni modo – prosegue – anche se vinceremo contro Haftar, poi ci troveremo di nuovo faccia a faccia con questo cancro”. Le confessioni confermerebbero le pesanti denunce mosse dalla stampa internazionale di pericolosi terroristi coinvolti nelle operazioni condotte dal Consiglio presidenziale del Governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Lo sceicco Tariq Durman, da anni a capo della Brigata Ihsan a Tripoli, composta da sostenitori del Mufti al-Ghariani, ha avvertito, sorprendendo molti, di prestare attenzione a combattere fianco a fianco con i Fratelli Musulmani, gli islamisti di Libya Dawn, perché questi sono autori di crimini feroci ed hanno supportato Ansar al-Sharia a Bengasi e nel sud della Libia. “Siamo con le tue parole – afferma oggi la Tripoli Protection Force, aggiungendo – deporremmo le nostre armi non appena avremo eliminato i criminali e coloro che li hanno aiutati”.