Libia. Il commando militare di Zintan guidato da al-Juwaily attacca la città di Wearshafana

di Vanessa Tomassini –

Un gruppo armato capitanato da Osama al-Juwaily e proveniente dalla città occidentale di Zintan ha lanciato un’offensiva verso il distretto di Wearshafana, a circa 25 km da Tripoli. La città che prende il nome dalla sua stessa tribù, una delle più numerose ed importanti della realtà libica. L’attacco sarebbe iniziato lo scorso mercoledì sera con un’azione degli uomini di al-Juwahili verso le caserme della Quarta Brigata, la principale forza militare di Wearshafana, come confermato dal “The Libya Times”. Il quotidiano cita il brigadiere Bashir Najih, il comandante della Brigata, il quale “ha confermato l’attacco e ha detto che non ha causato vittime”.
Sempre ieri alcuni rappresentanti avrebbero incontrato il presidente del governo dell’Accordo nazionale tripolino, Fayez al-Serraj. Le forze di Zintan rappresentano il Consiglio Militare della città, Osama al-Juwaily è una figura emblematica per comprendere la vicenda. Secondo alcune nostre fonti, al-Juwaily, 59enne è stato un membro dell’esercito durante gli anni del regime, per poi dedicarsi all’attività di taxista, mentre in molti sostengono sia stato uno degli informatori della Nato sul campo durante la guerra civile del 2011. È stato il primo ministro della Difesa dell’era post-Gheddafi nel Consiglio nazionale di transizione libico (TNC), posizione che ha ricoperto da novembre 2011 a settembre 2012. Stando ad un report della Jamestown Foundation è stato nominato a questa posizione poco dopo che la Brigata Abu Bakr al-Sadiq, una forza di pattuglia di confine tra Zintan, catturò il figlio di Muammar Gheddafi, Sayf al-Islam, e sarebbe proprio l’odio verso il figlio preferito del raìs la vera ragione dell’operazione militare, anche se ufficialmente il Consiglio Militare di Zintan avrebbe parlato di cacciata delle milizie.
La tribù di Wearshefana è infatti da sempre pro-Gheddafi e nella città si sarebbe formata un nuovo gruppo militare affiliato a Saif al-Islam Gheddafi, che ancora non avrebbe agito proprio per volere del loro stesso leader, che preferisce la strada pacifica della riconciliazione come ha confermato a Notizie Geopolitiche l’ufficiale Alejami Alatari. Secondo altri, invece, i supporters di Gheddafi sarebbero stati allontanati già alcuni mesi fa ed il vero obiettivo di al-Juwaily sarebbe la prossima città di Tripoli, di cui in passato i suoi affiliati avevano già occupato l’aeroporto, reso la base operativa dei suoi traffici illegali. L’operazione sarebbe stata sostenuta anche dal cirenaico Khalifa Haftar: secondo alcune indiscrezioni infatti, il generale “di Tobruk”, al-Juwaily ed Haytham al-Tajouri si sarebbero incontrati il mese scorso negli Emirati Arabi Uniti.