Libia. La Russia incrementa l’influenza, a danno dell’Italia

di Giuseppe Gagliano

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il vicepresidente del Consiglio presidenziale della Libia Abdullah Lafi e il ministro degli Affari esteri ad interim del Governo di Unità Nazionale libico Taher al-Baur hanno deciso di riavviare i lavori della commissione intergovernativa congiunta riguardante commercio, economia, scienza e cooperazione tecnica durante un incontro tenutosi a Mosca, secondo quanto comunicato dal ministero degli Esteri russo.
Come riporta la nota, le parti hanno mostrato “un interesse comune nel stabilire e rafforzare una cooperazione multiforme e reciprocamente vantaggiosa. In questo contesto si è ritenuto necessario lavorare per una rapida ripresa delle attività della commissione intergovernativa russo-libica sul commercio, l’economia, la scienza e la cooperazione tecnica, ideata per svolgere il ruolo di meccanismo principale di coordinamento della cooperazione bilaterale nel settore commerciale ed economico”.
Il ministero degli Esteri russo ha inoltre reso noto che lunedì sono state tenute delle consultazioni interdipartimentali tra il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e l’Africa, il vice ministro degli Affari esteri Mikhail Bogdanov, e la delegazione libica. Durante l’incontro “le parti hanno posto particolare attenzione allo sviluppo della situazione in Libia e nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa”, ha riferito il servizio diplomatico russo. Se da un lato questo non fa altro che confermare la proiezione di potenza russa in Africa, analogo a quella cinese, a danno di quella francese, è in dubbio che queste mire espansionistiche danneggino anche l’Italia e i suoi interessi in Libia, soprattutto se si tiene conto che la Russia potrebbe installare in Libia infrastrutture militari per i propri sottomarini nucleari, come rivelato dal Times.
L’eventualità che la Russia danneggi sempre di più gli interessi dell’Italia è inevitabile dal momento che il nostro paese segue pedissequamente le disposizioni degli alleati, come d’altra parte ha dimostrato la sua partecipazione all’infausta guerra in Libia.