Libia. Le potenze occidentali premono per nuove elezioni

di Alberto Galvi

Le cinque potenze occidentali presenti in Libia hanno esortato la classe politica del paese a fissare rapidamente una nuova data per le elezioni presidenziali. La Libia ha visto un anno di relativa calma con il cessate-il-fuoco dell’ottobre 2020, ma permane il timore di nuovi scontri a causa della frammentazione politica e tribale libica, con numerose milizie che continuano ad essere armate.
Il primo presidente eletto della Libia sarebbe dovuto essere stato scelto il 24 dicembre da circa 2,5 milioni di persone, un terzo della popolazione. Il voto doveva segnare un nuovo inizio per il paese nordafricano, a 10 anni dalla rivolta del 2011 che ha rovesciato e ucciso il colonnello Muammar Gheddafi. Dall’intervento della Nato per spodestarlo nel 2011, la Libia è stata teatro di diatribe internazionali e regionali, ma anche del riaprirsi di atavici conflitti interni. Le ultime elezioni in Libia del 2014 sono state l’innesco per le fazioni rivali di dividersi in amministrazioni parallele in guerra.
Era da settimane ormai che c’erano aspre controversie sulla base giuridica del voto, sui poteri del vincitore e sulle candidature di diverse figure profondamente controverse. La legge sulle elezioni presidenziali ha favorito la corsa da parte del comandante militare della Cirenaica Khalifa Haftar e del figlio del colonnello Gheddafi, Saif al-Islam, aggirando per entrambi l’ostacolo del giusto processo.
Per questa ragione il presidente della commissione parlamentare che sovrintendente al voto ha scritto al presidente dell’assemblea informandolo dell’impossibilità di tenere le elezioni alla data del 24 dicembre 2021.
Il comitato elettorale libico ha suggerito il 24 gennaio come data utile per le elezioni. Il parlamento libico si riunirà il 27 dicembre per discutere un nuovo calendario per eleggere presidente e parlamento.
La data del 24 gennaio prossimo era già stata fissata l’anno scorso durante i colloqui di pace guidati dalle Nazioni Unite a Tunisi. Lo scorso settembre il parlamento libico ha dichiarato che non avrebbe riconosciuto lo Gnu (Governo di unità nazionale) oltre il 24 dicembre, mentre Francia, Italia, Regno Unito, Germania e Stati Uniti hanno dichiarato che dovrebbe rimanere in vigore fino a quando non verranno annunciati i risultati delle elezioni.