Libia: premier Hammad, Tetteh ha superato i limiti del suo mandato

Il primo ministro incaricato dal parlamento libico Osama Hammad ha accusato la rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU per la Libia, Hanna Tetteh, di aver “superato i limiti del suo mandato” e di essersi intromessa negli affari delle istituzioni sovrane libiche. In un comunicato, Hammad ha ribadito che il suo governo si riserva il diritto di adottare “misure politiche, diplomatiche e legali per proteggere la sovranità della Libia e le sue istituzioni costituzionali”.

La dichiarazione fa seguito al briefing presentato oggi da Tetteh al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui ha avvertito che la missione UNSMIL adotterà un “approccio diverso” se il Parlamento libico (House of Representatives) e l’Alto Consiglio di Stato non raggiungeranno un accordo sulla Commissione Elettorale Nazionale Superiore, sul quadro costituzionale e sulle leggi che regolano il processo elettorale. Hammad ha definito il briefing “pieno di gravi distorsioni e intromissioni sfacciate negli affari interni della Libia e delle sue istituzioni sovrane”, accusando la rappresentante ONU di aver adottato un “discorso parziale e contrario ai fatti”.

Secondo Hammad, l’UNSMIL si è intromessa direttamente e ingiustificatamente negli affari della Commissione Elettorale, tentando di imporre meccanismi per la composizione del suo consiglio di amministrazione secondo la sua visione personale, senza rispetto per le leggi libiche vigenti o per la sovranità delle istituzioni statali. Nel briefing del 21 agosto, Tetteh aveva delineato una roadmap basata su tre pilastri principali: la preparazione di un quadro elettorale tecnicamente valido, l’unificazione delle istituzioni attraverso un governo unitario e l’organizzazione di un “dialogo strutturato” per una vasta partecipazione dei libici. Ha sottolineato che l’attuazione del piano dipende dal rafforzamento della Commissione Elettorale mediante la riorganizzazione del suo consiglio per colmare le lacune e affrontare i problemi che hanno impedito le elezioni nel 2021, come passi fondanti per l’esecuzione della roadmap.

Nel suo intervento di oggi, Tetteh ha ammonito che la Libia non può permettersi ulteriori ritardi nell’attuazione della roadmap, esortando i leader libici a impegnarsi per completare i primi passi entro il prossimo mese in vista delle elezioni. Hammad ha respinto come “infondato” l’affermazione di Tetteh di aver incontrato tutte le parti libiche, precisando che “non c’è stato alcun contatto tra lei e il governo libico in alcuna forma”, un fatto che rivelerebbe un “approccio selettivo e tendenzioso” nel trattare con le parti libiche. Ha proseguito accusando la missione ONU di aver assunto il ruolo di tutore sulle legislazioni costituzionali e legali relative al processo elettorale, scavalcando le prerogative del Parlamento libico e violando apertamente la sovranità nazionale. Il riferimento all’adozione di un “approccio alternativo” e la richiesta al Consiglio di Sicurezza di bypassare le istituzioni libiche elette se non allineate ai suoi piani è stato definito un “minaccia inaccettabile e un grave attacco alla volontà nazionale”.

Hammad ha inoltre criticato l’interferenza dell’UNSMIL negli affari della Banca Centrale libica e in questioni finanziarie e di supervisione che spettano esclusivamente al suo consiglio di amministrazione, agli organismi di controllo e al sistema giudiziario libico. Ha qualificato il discorso di Tetteh sulle disposizioni di sicurezza e le nomine sovrane nelle istituzioni per l’applicazione della legge come un’“intrusione senza precedenti” nelle prerogative delle autorità nazionali legittime. Allo stesso modo, la descrizione del lavoro della Corte Costituzionale libica come “dualistico” – ignorando le leggi e le legislazioni emanate dal Parlamento – riflette un “politicizzazione inaccettabile” del ruolo della missione, che dovrebbe essere neutrale e imparziale. Hammad ha ricordato che il suo governo aveva inizialmente accolto con favore la roadmap, credendo che avrebbe unito i libici e risolto la crisi, ma ha aggiunto che “queste pratiche rappresentano una pericolosa deviazione dal mandato conferito alla missione e una violazione della sovranità nazionale, un affronto alle istituzioni dello Stato”.

Ha avvertito che il persistere in questo “approccio inaccettabile e provocatorio” mina la fiducia tra la Libia e l’ONU. Il governo, ha concluso Hammad, “si atterrà pienamente al suo diritto di adottare tutte le misure politiche, diplomatiche e legali necessarie per proteggere la sovranità della Libia e le sue istituzioni costituzionali”, affrontando con fermezza e con tutti i mezzi legittimi qualsiasi tentativo di imporre una tutela o un controllo esterno privo di fondamento. Il premier dell’est della Libia ha espresso il sostegno del suo governo all’appello del segretario generale dell’ONU António Guterres per una ristrutturazione della missione UNSMIL, sia a livello di personale che di riequilibrio delle sedi, per consentire un’espansione mirata a Bengasi e Sabha. Ha sottolineato che “la presenza continua della missione nell’est e nel sud è essenziale per garantire una rappresentazione equa e inclusiva di tutte le regioni libiche, e per restaurare la fiducia nel ruolo ONU su basi professionali e neutrali che rispettino la sovranità nazionale libica”.