di Enrico Oliari –
All’Ucraina, paese non Ue e non Nato, Unione Europea e Stati Uniti hanno dato soldi e armi ben prima dell’invasione della Russia, nel febbraio 2022. Ed anche per i missili Atacms, forniti di recente dall’amministrazione Joe Biden, sono necessari rilevamenti e dati che non sono nelle capacità dell’esercito ucraino, e che quindi, come ha denunciato il Cremlino, prevedono il coinvolgimento di militari stranieri nel conflitto. Nonostante i vagoni di armi e di dollari diretti in ucraina, a Bruxelles ci si continua a stracciare le vesti perla cooperazione militare fra Russia e Corea del Nord, la quale è stata in qualche modo obbligata proprio dall’occidente per via del continuo allargamento del’Alleanza Atlantica a est, in barba alle intese dell’era Gorbaciov.
Stando alle cancellerie occidentali la Russia avrebbe dovuto inghiottire senza battere ciglio l’adesione dell’Ucraina alla Nato, organizzazione militare che con la pace e la democrazia ha poco o nulla a che fare, e accettare l’istallazione di basi militari di ogni genere e grado, comprese quelle nucleari, a pochi metri dal lungo confine che separa i due paesi. Nel 1962 si andò molto vicino alla terza guerra mondiale quando gli Usa si ritrovarono nella crisi dei missili di Cuba, e la situazione odierna è pressoché sovrapponibile: davanti a tale quadro lascia basiti l’ingenuità delle cancellerie occidentali che oggi esortano la Corea del Nord, paese isolatissimo e sanzionatissimo, a non appoggiare la Russia, perché è pacifico che a forza di crearsi nemici, questi prima o poi si coalizzano, a maggior ragione in un mondo che, proprio a causa dell’occidente, è divenuto multipolare.
Oggi i ministri di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti d’America e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea hanno emesso una nota congiunta in cui condannano “con la massima fermezza la crescente cooperazione militare tra la Repubblica Democratica Popolare di Corea (RDPC) e la Federazione Russa, incluso il dispiegamento di truppe della RDPC in Russia per il loro impiego sul campo di battaglia contro l’Ucraina. In una continua dimostrazione di sostegno e unità, ricordiamo e rafforziamo la nostra azione sanzionatoria coordinata e dichiarazione congiunta sulla cooperazione RDPC-Russia del maggio 2024”.
Ormai in Russia e in Corea del Nord non c’è più nulla da sanzionare, e specialmente gli europei ed alleati sono i primi ad essere vittime delle loro stesse sanzioni, tanto che la Turchia si è defilata dalle misure contro la Gazprombank accusando le difficoltà a pagare il gas russo, per di più in un momento delicato in cui si cerca di trovare la quadratura del cerchio per la crisi siriana.
Per i ministro “Il sostegno diretto fornito dalla RDPC alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina segna una pericolosa espansione del conflitto, con gravi conseguenze per la sicurezza di Europa e Indo-Pacifico. L’esportazione da parte della RDPC di missili balistici, munizioni, e altro materiale militare in Russia per il loro impiego contro l’Ucraina e l’addestramento di soldati della RDPC con l’uso di armi o materiale correlato rappresentano flagranti violazioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1718 (2006), 1874 (2009), e 2270 (2016). Siamo profondamente preoccupati da qualsiasi sostegno politico, militare o economico che la Russia possa fornire ai programmi illegali di armamento della RDPC, comprese le armi di distruzione di massa e i loro vettori, che esacerberebbero il già teso contesto sulla penisola coreana.
Insieme riaffermiamo il nostro incrollabile sostegno all’Ucraina mentre difende la propria libertà, sovranità e integrità territoriale. Esortiamo la RDPC a cessare immediatamente ogni assistenza alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, incluso ritirando le proprie truppe. Esortiamo la Russia a porre immediatamente fine alla sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e a cessare la sua cooperazione militare con la RPDC. Incoraggiamo i membri della più ampia comunità internazionale a unirsi al nostro appello e continueremo ad agire di concerto, anche attraverso l’imposizione di sanzioni economiche, per rispondere al pericolo rappresentato dal partenariato tra RPDC e Russia”.
I timori delle cancellerie occidentali sono evidentemente quelli di una nuova guerra nella penisola nordcoreana, dove la Russia interverrebbe a sostegno della Corea del Nord (paese ufficialmente in guerra con la Corea del Sud dal 1953), nonché di una pericolosa escalation su scala globale. Tuttavia il comunicato di oggi sa d aria fritta, perché la regola di base è che se non si vuole la guerra, la prima cosa è non fare i salti mortali per provocarla.