L’Iran cerca accordi con l’Egitto di Morsi

di Giacomo Dolzani –

Ora che alla guida dell’Egitto c’è, finalmente, un leader espressione della volontà popolare e non di quella del governo israeliano, l’Iran, tramite il suo ministro degli esteri Ali Akbar Salehi, annuncia di essere pronto a riprendere le relazioni diplomatiche con il Cairo.
Già da anni infatti i rapporti tra i due paesi erano degradati a causa delle differenze tra l’Egitto sunnita e l’Iran sciita, ma soprattutto per la politica filo-occidentale perseguita dal Cairo che, ovviamente, era in conflitto con l’ostilità che l’Iran ha spesso mostrato verso Usa ed Israele.
La situazione era precipitata infatti, nel 1980, proprio in occasione del riconoscimento, da parte dell’Egitto, di Israele come stato sovrano.
L’Egitto di Mubarak era, praticamente, una succursale israeliana da cui attingere gas a basso costo infatti, durante il governo del dittatore, Tel Aviv comprava il gas egiziano con lo ‘sconto’, mentre il Cairo forniva gas per un valore di tre miliardi di dollari gli israeliani lo pagavano solo 145 milioni, cosa che difficilmente si ripeterà ancora con il nuovo governo.
L’Iran degli Ayatollah, in cerca di alleati nel mondo arabo, ha quindi fatto la sua mossa nel tentativo, forse, di uscire dall’isolamento causato dalle difficoltà che sta affrontando la Siria, suo unico alleato nell’area.