di Giuseppe Gagliano –
La visita di Ilham Aliyev in Kazakhstan ha sancito un passo decisivo nella cooperazione con l’Azerbaijan, rafforzando un asse regionale che sta diventando sempre più centrale per la logistica, l’energia e la connettività globale. I due Paesi hanno firmato 15 accordi in settori strategici, ovvero di energia, trasporti, industria e intelligenza artificiale, inseriti in un quadro che guarda ben oltre i confini bilaterali. Non si tratta di un’intesa occasionale, ma del consolidamento di un’architettura eurasiatica alternativa, capace di aggirare rotte tradizionali e zone di conflitto.
Cuore di questa strategia è il Corridoio intermedio, o Via di trasporto internazionale transcaspica, che collega l’Asia centrale alla Turchia e quindi all’Europa. Il traffico merci su questa direttrice è cresciuto del 62% in un anno, e i governi puntano a raddoppiarlo nei prossimi anni, rimuovendo colli di bottiglia e armonizzando tariffe. Allo stesso tempo il Corridoio di Zangezur, che collegherà l’Azerbaigian con il Nakhchivan e la Turchia, rafforzerà ulteriormente la rete logistica regionale entro il 2028. In gioco non c’è solo il commercio, ma una ridefinizione degli equilibri geopolitici nel cuore dell’Eurasia.
Il piano non si limita al trasporto di merci. Accordi energetici e investimenti congiunti tra il fondo sovrano kazako Samruk-Kazyna e la compagnia petrolifera azera SOCAR rafforzano la cooperazione industriale e strategica. Un progetto di cavo sottomarino nel Mar Caspio punta a creare una piattaforma energetica integrata per esportare elettricità rinnovabile, mentre l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan continua a rappresentare un’arteria cruciale per il petrolio kazako.
L’obiettivo è chiaro: costruire un sistema infrastrutturale e logistico che renda la regione indipendente dai colli di bottiglia geopolitici, in particolare quelli legati alla guerra in Ucraina e alle tensioni in Medio Oriente.
Il raggiungimento della pace tra Armenia e Azerbaigian ha creato nuove opportunità per il Caucaso meridionale. Baku ha revocato le restrizioni sul transito delle merci verso l’Armenia, aprendo di fatto la strada a un’integrazione economica più ampia. Per Aliyev e Kassym-Jomart Tokayev, questa è “una nuova fase storica” per la regione: la diplomazia economica diventa un moltiplicatore di stabilità e influenza.
Sul piano geopolitico l’asse kazako-azero si inserisce nella più ampia rete dell’Organizzazione degli Stati turchi (OTS), che comprende Paesi chiave dell’Asia centrale e si presenta come un nuovo polo di connettività tra Europa e Asia. Secondo il segretario generale Kubanychbek Omuraliev, l’OTS controlla la terza riserva energetica mondiale e punta a diventare un partner strategico per l’Unione Europea, con cui tutti i membri fondatori hanno rapporti bilaterali consolidati. Il Corridoio di Mezzo, pianificato prima dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, ora diventa un’infrastruttura strategica globale.
Ciò che emerge è la nascita di un baricentro geoeconomico alternativo. Se l’Europa cerca di diversificare le proprie rotte e ridurre la dipendenza da Mosca, e la Cina guarda ad alternative per l’export, il blocco turco rappresenta una piattaforma logistica in piena espansione. La sfida nei prossimi anni sarà trasformare queste infrastrutture in potere contrattuale, non solo commerciale.












