L’Ue condanna la Russia per gli ucraini di Crimea agli arresti

di Yevhen Perelygin *

“Il Parlamento europeo sostiene la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’Ucraina all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale e ribadisce con forza la sua condanna per l’annessione illegale della Repubblica Autonoma di Crimea da parte della Federazione Russa.
Invita la Russia a rilasciare senza ulteriori indugi tutti i cittadini ucraini illegalmente e arbitrariamente detenuti, sia in Russia sia nei territori occupati temporaneamente di Ucraina, e a favorirne il rientro”.
Il 16 marzo il Parlamento europeo così ha nuovamente condannato la Russia per l’annessione illegale del territorio della Crimea, ma soprattutto ha condannato la Russia in merito all’arbitraria ed illegale detenzione di abitanti della Crimea, per i quali Mosca ha gravemente violato ogni diritto umano. L’Unione Europea ha chiesto alla Russia di rilasciare immediatamente i tatari di Crimea, che nelle prigioni della federazione russa sono stati sottoposti a gravi torture fisiche e psicologiche con accuse inesistenti.
La Guerra nel Donbas, fino ad ora costata 10mila morti e quasi due milioni di sfollati, non è finita nonostante se ne parli sempre meno, vede molte e gravi violazioni da parte di Mosca, non ultima la detenzione illegale di cittadini ucraini. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha accusato ufficialmente la Russia d’essere un aggressore e ne ha condannato le azioni. La risoluzione “sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Autonoma di Crimea e la città di Sebastopoli (Ucraina)” è stata adottata il 19 dicembre scorso e sostenuta da 70 paesi, tra cui tutti i principali Stati democratici.
L’Assemblea ha invitato la Russia a “rilasciare immediatamente i cittadini ucraini che sono stati detenuti illegalmente e giudicati senza riguardo degli standard elementari di giustizia e garantire che coloro che sono ritenuti responsabili degli abusi vengano responsabilizzati dinanzi ad una magistratura indipendente”.
Il 16 gennaio scorso l’Ucraina ha esposto una querela alla Corte Internazionale di Giustizia contro Mosca, la quale viene accusata di violare la Convenzione dei diritti umani dei cittadini ucraini e tatari, e di violare altresì la Convenzione internazionale sulla lotta al finanziamento del terrorismo. La Russia ha posto in essere in territorio ucraino numerose attività terroristiche, come ad esempio il rifornimento di armi e la formazione di gruppi armati illegali, oltre ad aver incoraggiato molteplici attacchi terroristici in cui sono rimasti coinvolti migliaia di innocenti.
Decine di cittadini ucraini sono ancora oggi detenuti illegalmente in Russia. Sono soprattutto cittadini appartenenti alla comunità dei tatari di Crimea, ma tra loro ci sono anche storici, artisti, giornalisti, imprenditori, politici, attivisti sociali, o semplici contadini che vengono incarcerati per presunti atti terroristici. Si tratta di prigionieri politici brutalmente sequestrati, arrestati, torturati e rinchiusi nelle colonie per le loro idee politiche opposte alla Russia.
Tra loro c’è Oleg Sentsov, regista, condannato a 20 anni di carcere per aver complottato contro l’annessione della penisola da parte di Mosca. I procuratori russi l’hanno accusato di “far parte di una comunità terrorista”. Sentsov avrebbe confessato le sue colpe, secondo il giudice, anche se lui sostiene di averlo fatto sotto tortura. Diversi processi hanno messo in luce le profonde e diffuse carenze del sistema giudiziario della Russia, tra cui l’uso della tortura e altri maltrattamenti nel corso delle indagini e la negazione del diritto a essere rappresentati da un avvocato di propria scelta. Lo confermano diverse organizzazioni della difesa degli diritti umani, inclusa Amnesty International. A favore del regista ucraino si erano mobilitati diversi esponenti della cultura, anche internazionale. L’Efa, l’European Film Accademy, aveva chiesto per esempio “l’immediato rila­scio”.
Sono numerose le organizzazioni internazionali, le associazioni culturali e i volontari provenienti da diversi paesi, che ogni giorno lottano per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni internazionali. Gli attivisti chiedono all’Unione Europea sanzioni più dure contro la Russia, affinché cessino le detenzioni illegali e le torture commesse contro i cittadini Ucraini. Oggi la sensibilizzazione avviene anche tramite i social: si può dare un sostegno morale al popolo ucraino attraverso l’hashtag #LetMyPeopleGo.

* Ambasciatore di Ucraina in Italia.