M.O., Obama oggi parla all’ONU, la Perry già lo attacca

Adnkronos/Washington Post, 21 set 11 –

Barack Obama pronuncera’ oggi all’Assemblea Generale un discorso che si profila molto difficile per il presidente che esattamente un anno fa aveva espresso l’auspicio che, in occasione dell’appuntamento annuale al Palazzo di Vetro, si potesse avere “un nuovo membro dell’Onu, uno stato indipendente, sovrano della Palestina che vive in pace con Israele”. Ironia della sorte, e’ prorio quello che intendono chiedere i palestinesi nei prossimi giorni all’Onu, il loro pieno riconoscimento come paese membro, ma in un modo unilaterale che Obama ha piu’ volte definito pericoloso e controproducente per i palestinesi stessi. Ed e’ proprio questo, secondo quanto hanno spiegato i consiglieri della Casa Bianca, che Obama oggi cerchera’ di affermare, sottolineando una distinzione tra il continuo e solido sostegno di Washington alla creazione dello stato palestinese e l’opposizione all’ottenimento di questa attraverso una mossa unilaterale all’Onu. Obama oggi si trovera’ anche nella difficile situazione di parlare della mancanza di progressi in quel processo di pace che sempre lo scorso settembre aveva rilanciato con tanta ambizione e speranza rilanciato. Una posizione che ha permesso a Rick Perry di attaccare gia’ in modo preventivo il presidente: “noi non saremmo a questo punto sull’orlo di questo precipizio se la politica di Obama in Medio Oriente non fosse stata cosi’ naif, arrogante, mal consigliate e pericolosa” ha detto, parlando ad un incontro di leader della comunita’ ebreo americana a New York. La colpa principale del presidente democratico, secondo il governatore del Texas al momento il piu’ probabile sfidante repubblicano di Obama nel 2012, e’ quella di aver detto che i confini del 1967 devono essere il punto di partenza per i negoziati israelo-palestinesi. Un affermazione, ha detto Perry raccogliendo natulamente i consensi della platea, ha isolato Israele “in un modo che e’ al tempo stesso ingenuo e offensivo”.