Mali. Si prepara un governo di larghe intese dalle ceneri di quello precedente provvisorio

di Alberto Galvi

Il governo provvisorio del Mali è pronto a formarne uno nuovo di larghe intese a seguito delle crescenti critiche da parte della comunità internazionale nei confronti dei militari, che hanno preso il potere in agosto rovesciando il presidente Ibrahim Boubacar Keita e il suo governo.
Il premier Moctar Ouane, nominato in settembre nel governo provvisorio, si è dimesso lo scorso 14 maggio, salvo venire immediatamente riconfermato per avviare un nuovo rimpasto di governo. Il rimescolamento del governo è dovuto principalmente all’incontro del 6 maggio tra N’Daw e il rappresentante del M5-RFP (5 June Movement- Rally of Patriotic Forces) che richiedeva una transizione politica la più ampia possibile.
Una volta preso il potere i militari hanno ceduto il potere a un governo provvisorio sotto la minaccia di sanzioni internazionali, impegnandosi a riformare la costituzione e ad organizzare elezioni democratiche entro 18 mesi. Ouane deve ora formare una nuova squadra di governo, mentre il paese entra nella seconda metà del periodo di transizione.
La scorsa settimana il movimento di opposizione M5 (5 June Movement) ha chiesto lo scioglimento del governo di transizione. Anche il mediatore dell’ECOWAS (Economic Community of West African States) per il Mali, l’ex presidente nigeriano Goodluck Jonathan, ha avvertito che mancava poco tempo per completare le riforme.
Il mese scorso il governo provvisorio del Mali ha annunciato che terrà un referendum costituzionale il 31 ottobre, a cui seguiranno le elezioni nel febbraio del prossimo anno, anche se ci sono alcuni dubbi sul fatto che le autorità si attengano al programma.
Il conflitto in Mali è emerso per la prima volta nel Nord del paese nel 2012, quando i militanti jihadisti hanno preso il sopravvento su una ribellione separatista tuareg, prima di estendersi al centro del paese e ai vicini Burkina Faso e Niger. Il colpo di Stato ha peggiorato una situazione già fragile nel paese dell’Africa occidentale.
Nel frattempo Il più grande sindacato del paese, l’UNTM (National Workers’ Union of Mali), sta minacciando per la prossima settimana uno sciopero di quattro giorni a causa di diversi motivi tra cui questioni salariali.