di Giuseppe Gagliano –
Recentemente sono emerse notizie riguardanti il coinvolgimento della Francia nel sostegno a gruppi legati ad al-Qaeda in Mali, con l’obiettivo di contrastare la crescente influenza del gruppo mercenario russo Wagner (oggi Africa Corps) nella regione. Secondo alcuni rapporti la Francia, dopo aver ritirato le sue forze dal Mali a causa delle tensioni con la giunta militare del paese, avrebbe fornito supporto a gruppi jihadisti ribelli e separatisti tuareg per limitare l’espansione delle operazioni del Wagner.
Ne ha parlato Massimo A. Alberizzi su Il Fatto Quotidiano, nel cui articolo viene spiegato, in relazione all’attacco del 27 luglio, che “I francesi, oltre ad aver fornito informazioni di intelligence, hanno portato con sé un drappello di tecnici militari ucraini – da loro addestrati e formati in ucraina – esperti nella guida dei droni. I missili lanciati dai droni sono stati decisivi: hanno distrutto i mezzi militari, camion, fuoristrada e i blindati su cui si muovevano i soldati maliani e i contractor russi”.
Questo scenario si inserisce in un contesto molto complesso, dove le dinamiche locali di potere si intrecciano con gli interessi geopolitici globali. Da un lato il Mali ha visto un rafforzamento della presenza russa attraverso Wagner, che ha ottenuto concessioni minerarie e un’influenza politica significativa in cambio del suo sostegno militare al governo di Bamako; dall’altro i ribelli tuareg e i gruppi jihadisti, tradizionalmente ostili al governo centrale, stanno sfruttando il vuoto lasciato dal ritiro francese e le tensioni tra le forze maliane e i mercenari russi per rafforzare le proprie posizioni.
Lo scorso 27 luglio forze jihadiste e tuareg hanno attaccato nel nord del Mali una colonna di governativi e membri della Wagner uccidendo 47 soldati e 82 mercenari, nonché distruggendo parecchio materiale bellico fra cui blindati e un elicottero.
Questi sviluppi hanno sottolineato la fragilità della situazione in Mali, dove le alleanze sono fluide e gli attori esterni come Francia e Russia giocano un ruolo determinante nello sviluppo del conflitto.
I principali gruppi attivi in Mali sono il Movimento di liberazione dell’Azawad, composto dai tuareg in modo altalenante alleati o in contrasto con i jihadisti, e al-Qaeda nel Maghreb Islamico (Aqmi), ma ve ne sono altri più o meno attivi come il Mujao (Movimento per l’Unicità e la Jihad nell’Africa Occidentale), Ansar Dine (formazione qaedista) e il Maa (Movimento arabo dell’Azawad). Nel 2012 tuareg e jihadisti avevano proclamato l’effimera Repubblica Islamica dell’Azawad, prontamente riconosciuta da Iran e Qatar.
È verosimile che il supporto odierno sia stato fornito dalla DGSE (Direzione Generale della Sicurezza Esterna) francese e più nello specifico dal Service Action (SA): il Service Action è responsabile delle operazioni sotto copertura, compreso il supporto a gruppi armati e l’esecuzione di missioni di sabotaggio, eliminazioni mirate, e altri tipi di operazioni paramilitari all’estero. Questo reparto è noto per operare in teatri di conflitto in cui la Francia ha interessi strategici, utilizzando personale altamente addestrato per condurre missioni delicate che richiedono un elevato grado di segretezza e deniability.
Il coinvolgimento del Service Action in operazioni in Mali, se confermato, rientrerebbe nella strategia della Francia per contrastare l’influenza di gruppi come Wagner, preservando i propri interessi regionali attraverso operazioni indirette e coperte. Tuttavia, a causa della natura estremamente riservata di queste attività, dettagli specifici o conferme ufficiali sono raramente disponibili.