Marocco. Mohammed VI pronto al dialogo con l’Algeria

Il 5 dicembre tavola rotonda all’Onu per l’annoso conflitto del Sahara.

di Belkassem Yassine

In occasione del 43mo anniversario del Marcia Verde che nel 1975 portò alla liberazione del Sahara dal colonialismo spagnolo, re Mohammed VI ha dichiarato la disponibilità del Regno marocchino “al dialogo diretto e franco” con l’Algeria e ha proposto la creazione di un meccanismo politico congiunto di dialogo e di consultazione per superare “le vertenze congiunturali” che ostacolano lo sviluppo delle relazioni bilaterali.
Il sovrano ha ricordato che fin dalla sua salita al trono ha sempre auspicato “con sincerità e buona fede” l’apertura delle frontiere tra i due paesi ed la normalizzazione delle relazioni marocco-algerine, precisando che “il livello di rappresentazione nell’ambito di questa struttura, il suo formato, la sua natura sono da stabilire di comune accordo” e che “il Marocco è aperto a eventuali proposte ed iniziative dell’Algeria per porre fine al blocco delle relazioni tra i due paesi vicini fratelli”.
Il meccanismo politico proposto da re Mohammed VI “dovrà impegnarsi ad esaminare tutte le questioni bilaterali, con franchezza, obiettività, sincerità e buona fede, senza condizioni né eccezioni, secondo una agenda aperta”, e potrà costruire “il quadro pratico di una cooperazione centrata sulle diverse questioni bilaterali”, in particolare quella che riguarda la valorizzazione delle opportunità e dei potenziali di sviluppo della regione del Magreb. Il ruolo di questo meccanismo sarà anche di contribuire “al coordinamento bilaterale per permettere di rilevare efficacemente le sfide regionali ed internazionali”, precisamente quelle “legate alla lotta contro il terrorismo ed alla problematica migratoria”. A questo punto il sovrano ha ribadito il suo impegno ad operare insieme con gli algerini, “in un totale rispetto delle istituzioni nazionali del loro paese”.
Ha poi deplorato “lo stato di divisione e di discordia che imperversa attualmente in seno allo spazio magrebino”, contrario a ciò che dovrebbe unire i popoli della regione: legami di fraternità, l’identità di religione, la lingua, la storia ed il destino comune. Tale situazione è in contrasto con l’ambizione dell’unità magrebina che animava la generazione della liberazione e l’indipendenza, ambizione che si è incarnata nel 1958 con la Conferenza di Tangeri (nascita dell’Unione del Maghreb Arabo). In questo contesto il sovrano ha ricordato che l’appoggio apportato dal Regno alla Rivoluzione algerina aveva contribuito a rafforzare le relazioni tra il trono marocchino e la resistenza algerina ed era perfino “un elemento fondatore della coscienza e dell’azione politica magrebina comune”.
“Per lunghi anni, fino alla realizzazione dell’indipendenza, fianco a fianco, ci siamo sollevati contro il colonizzatore in una lotta comune. D’altra parte numerose sono le famiglie marocchine ed algerine che condividono legami di sangue e di parentela”, poi l’interesse dei due popoli risiede “nelle loro unità, complementarità ed integrazione”, senza la mediazione di una parte terza. “Tuttavia dobbiamo dare prova di realismo e convenire che le relazioni tra i nostri due paesi sfuggono alla normalità, creando di fatto una situazione inaccettabile”.
Nello stesso discorso il re ha ribadito l’attaccamento del Marocco alla difesa della propria integrità territoriale. “Questa chiarezza è illustrata con i principi e le referenze immutabili che costituiscono la base della posizione marocchina”, chiarezza definita nel discorso del 42mo anniversario del Marcia Verde. Essa si manifesta anche con la fermezza ed il rigore contro ogni abuso che potrebbe pregiudicare i diritti legittimi del Marocco o corrompere il processo di regolamento dei termini di riferimento fissati. “Quanto all’ambizione che ci anima in materia”, è rispecchiata nella collaborazione sincera del Marocco con il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, come pure nel sostegno apportato agli sforzi del suo inviato, Horst Kohler, per mettere le basi di un processo politico serio e credibile. E si manifesta attraverso le iniziative costruttive del Marocco e la sua attenzione agli appelli internazionali lanciati per trovare una soluzione politica duratura, realistica, di spirito di compromesso dell’ambito dell’iniziativa d’autonomia proposta nel 2007 per risolvere il conflitto regionale del Sahara.
L’ultima parte del messaggio alla nazione ha riguardato l’importanza per Rabat del ritorno del Regno all’Unione africana.
In reazione alla proposta di re Mohammed VI di aprire un dialogo diretto e franco con l’Algeria, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha fatto sapere di essere “sempre stato favorevole ad un dialogo rafforzato tra il Marocco e l’Algeria”. Lo ha riferito il suo portavoce Stephane Dujarric alla stampa presso la sede Onu a New York, sottolineando che il segretario generale “si compiace del sostegno apportato dal re agli sforzi dell’inviato per il conflitto del Sahara, Horst Kohler, in previsione della ripresa dei negoziati”.
Dujarric ha aggiunto che Guterres si è detto soddisfatto per le risposte positive all’invito di Kohler alla tavola rotonda iniziale che sarà tenuta a Ginevra il 5 e il 6 dicembre (sono invitati Marocco, Algeria e Polisario, e Mauritania). Ha inoltre evidenziato che “il Segretario generale esprime la speranza che questa prima tavola rotonda sia l’inizio di un processo che condurrà ad una soluzione a questo conflitto di lunga data”.