Marocco. Richiamato l’ambasciatore in Olanda per mancata estradizione di narcotrafficante

di Belkassem Yassine –

Fulmine a ciel sereno nelle relazioni tra il Marocco e i Paesi Bassi. Rabat ha deciso di richiamare il proprio ambasciatore, Abdelouahab Bellouki, a L’Aia per una consultazione. Al centro di questa crisi diplomatica c’è Said Chaou, un noto narcotrafficante marocco-olandese, sospettato dalle autorità di Rabat di finanziare e sostenere un piano logistico di alcuni ambienti nel Rif, nel nord del Marocco. Dopo molti mesi di scambi con le autorità olandesi, Rabat ha deciso di alzare il tono sul caso di questo narcotrafficante che è oggetto di due mandati di arresto internazionali emessi dalla giustizia marocchina, uno per “associazione a delinquere” del 2010 e l’altro per “traffico internazionale di stupefacenti”, del 2015.
Così sottolinea un comunicato del ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale marocchino (MAEC): “Nel corso degli ultimi due giorni hanno avuto luogo contatti tra le autorità marocchine ed olandesi a livello dei capi di governo e di ministri degli Affari Esteri sulle attività di un noto trafficante d’origine marocchina residente nei Paesi Bassi”.
Il MAEC segnala che informazioni precise sono state comunicate da molti mesi alle autorità olandesi sull’implicazione di questo trafficante nel finanziamento nel sostegno logistico ad alcuni ambienti criminali nel nord del Marocco.
“Il Marocco che, su domanda insistente dell’UE e dei Paesi Bassi, ha sempre cooperato lealmente nel settore della lotta al traffico di droga, non può tollerare che un noto trafficante agisca per ricreare una situazione favorevole alle sue attività criminali”, indica il comunicato del MAEC, aggiungendo che “il Marocco si riserva il diritto di trarre tutte le conseguenze ed implicazioni che vengono ad evidenziarsi a livello delle relazioni bilaterali e di adottare le misure politiche e diplomatiche necessarie”.
Il Marocco ha deciso, a questo proposito, di richiamare immediatamente per consultazioni il proprio ambasciatore a L’Aia. “Il Regno esaminerà l’opportunità del suo ritorno in funzione dell’evoluzione di questo dossier”, conclude il comunicato.
Nato nel 1967 nella provincia di al-Hoceima, Said Chaou emigra nei Paesi Bassi negli Anni ‘80 e fa fortuna con il traffico di droga. Con altri immigrati della stessa zona di provenienza, apre coffee-shops a Roosendaal, luoghi dove si può consumare hashish senza essere perseguito dalla polizia poiché il consumo è tollerato dalle autorità olandesi. Negli anni 2000, ritorna in Marocco per investire nel turismo ma anche per lanciarsi in politica. Nel 2007 è eletto deputato sotto i colori del partito al-Ahd (scioltosi poi nel Partito Autenticità e Modernità, PAM), ma non porterà a termine il suo mandato a causa di un mandato di arresto giudiziario emesso contro lui.
Secondo gli investigatori, in associazione con un suo ex vicino della zona Geezellelaan a Roosendaal, Najib Azaimi, Said Chaou ha realizzato fino ad aprile 2010 molte spedizioni marittime di resina di cannabis con destinazione le coste spagnole. Le quantità trasportate variavano da 3.000 a 3.200 kg a bordo di uno Zodiac di sua proprietà.
Nel maggio 2010 la polizia di Nador ha sequestrato 7,5 tonnellate di hashish che erano pronte ad essere spedite all’estero dai due uomini. Najib Azaimi è stato catturato e condannato. Said Chaou però ha lasciato il Marocco per rifugiarsi nei Paesi Bassi, approfittando dell’assenza di una clausola nella convenzione che lega i due paesi sull’estradizione di cittadini olandesi verso il Marocco. La rete criminale sarebbe anche implicata nell’omicidio con premeditazione di Mohamed Azaimi, cugino dello stesso Najib Azaimi.