di Giuseppe Gagliano –
Il Regno Unito ha deciso di cedere la sovranità delle Isole Chagos a Mauritius, pur mantenendo il controllo della base strategica di Diego Garcia per 99 anni. L’iniziativa rappresenta una mossa geopolitica complessa, carica di implicazioni militari e strategiche. L’Oceano Indiano è ormai uno spazio di competizione cruciale tra potenze globali, e questa scelta appare come un tentativo di bilanciare eredità coloniali, pressioni diplomatiche e necessità di difesa.
Diego Garcia costituisce il fulcro della proiezione di potenza anglo-americana nella regione. La base, ospitando bombardieri strategici come i B-52H, B-1B e B-2 Spirit, assetti di sorveglianza ISR (Intelligence, Surveillance, Reconnaissance) e infrastrutture logistiche avanzate, è stata essenziale per operazioni chiave dagli anni ’70 a oggi. Dalla Guerra Fredda ai conflitti in Medio Oriente e Asia Centrale, Diego Garcia ha offerto una piattaforma di attacco e monitoraggio senza pari, assicurando agli Stati Uniti e al Regno Unito un vantaggio operativo significativo in un’area che collega i teatri di crisi mediorientali all’Asia-Pacifico.
Il mantenimento della base per i prossimi 99 anni potrebbe sembrare un elemento di continuità, ma i critici avvertono che il trasferimento della sovranità dell’arcipelago rischia di erodere la percezione di dominio strategico britannico nella regione. Il controllo formale di Mauritius potrebbe aprire spazi per pressioni internazionali, incluso un possibile avvicinamento del governo mauriziano a potenze rivali come la Cina, che sta espandendo la propria influenza navale attraverso il concetto di “String of Pearls”. La rete cinese di porti strategici e infrastrutture logistiche nell’Oceano Indiano potrebbe trovare nuova linfa in una eventuale ristrutturazione delle relazioni di Mauritius con Londra e Washington.
Sul piano operativo, la decisione del governo britannico ha implicazioni per la postura difensiva statunitense. La presenza di Diego Garcia consente agli Stati Uniti di mantenere una capacità di proiezione strategica senza dipendere esclusivamente dalle basi nell’Asia-Pacifico, sempre più vulnerabili alle capacità A2/AD (Anti-Access/Area Denial) cinesi. La base permette, inoltre, la gestione di operazioni di sicurezza marittima, anti-pirateria e contrasto al terrorismo, garantendo il controllo delle rotte commerciali più trafficate al mondo. Tuttavia, l’indebolimento della sovranità britannica sull’arcipelago potrebbe complicare i futuri accordi di sicurezza e logistica con Mauritius.
La reazione statunitense, guidata dal futuro presidente Donald Trump e dal Segretario di Stato Marco Rubio, sottolinea i rischi di questa scelta. Washington teme che l’accordo possa indebolire la presenza occidentale nell’Oceano Indiano, incentivando un’espansione cinese in un momento in cui Pechino sta consolidando basi come quella di Gibuti e costruendo infrastrutture portuali dual-use in Pakistan e Sri Lanka. La cessione delle Isole Chagos, vista da alcuni come un compromesso diplomatico per placare le rivendicazioni storiche di Mauritius, rischia di trasformarsi in un precedente che mina la stabilità della regione.
Inoltre, la prospettiva di una futura revisione dell’accordo da parte di un governo mauriziano più incline a diversificare le proprie alleanze internazionali crea incertezza. Nonostante le garanzie dei prossimi 99 anni, non è escluso che Pechino possa utilizzare leve economiche e diplomatiche per ottenere un accesso strategico alle infrastrutture dell’arcipelago, minacciando così l’integrità della presenza anglo-americana.
Sul fronte interno britannico, la scelta di cedere l’arcipelago ha diviso il governo di Keir Starmer e l’opposizione conservatrice. Quest’ultima, guidata da figure come Priti Patel, accusa il governo laburista di aver sacrificato una risorsa strategica in nome di un mal interpretato senso di giustizia storica. L’opposizione teme che questo atto possa essere percepito come un segnale di declino della proiezione globale del Regno Unito, già messa in discussione dopo il ritiro dall’Afghanistan e le difficoltà nel rafforzare la propria presenza nel Pacifico post-Brexit.
In ultima analisi, il trasferimento della sovranità delle Isole Chagos si inserisce in un contesto geopolitico sempre più polarizzato, dove le alleanze tradizionali tra Stati Uniti e Regno Unito devono affrontare la sfida di un mondo multipolare. La Cina, con la sua crescente assertività navale, e l’India, che cerca di consolidare il proprio ruolo come potenza regionale, osservano attentamente i passi di Londra e Washington. Diego Garcia, pur rimanendo un bastione strategico anglo-americano, si trova ora al centro di un equilibrio sempre più precario che determinerà il futuro della sicurezza nell’Oceano Indiano.