Messico. Obrador: un bilancio del mandato

di Andrea Costanzo

Il primo ottobre è avvenuto, con una cerimonia pubblica a Città del Messico alla presenza di diversi capi di Stato latinoamericani e di altri paesi (tranne il re di Spagna Felipe VI, non invitato), il cambio di mandatario presidenziale messicano, da Andres Manuel Lopez Obrador a Claudia Sheinbaum, prima presidente donna della storia del Messico. Dopo il passaggio di consegne è possibile fare un bilancio dei sei anni di presidenza di Obrador.
Obrador, all’indomani della vittoria elettorale avvenuta nel 2018, ereditava un Messico totalmente disastrato dal punto di vista sociale, economico e politico, con il problema della delinquenza (comune a quasi tutti i paesi della regione), della povertà estrema, degli immigrati illegali al confine con gli Stati Uniti (problema che ha generato discordie con le amministrazioni Trump e Biden) e un sistema politico estremamente corrotto.
Nonostante le grandi difficoltà, AMLO è riuscito in gran parte mettere in atto il suo programma, approvato dal 70% della popolazione messicana. Come afferma il presidente uscente, per quanto riguarda la delinquenza in sei anni gli omicidi sono calati del 18%, i furti del 30% e sequestri del 77%. Nonostante questi traguardi, ancora buona parte del popolo messicano non si sente al sicuro, ma non si può negare il traguardo raggiunto da Obrador, che assumeva il mandato mentre imperversava il cartello di Sinaloa.
Dal punto di vista economico vi sono state nazionalizzazioni di settori strategici come il litio, il settore aereo, quello ferroviario (il treno Maya). Inoltre vi è stata la riforma pensionistica varata quest’anno e la conservazione nelle mani dello Stato del settore energetico. E’ stato implementato anche alle popolazioni più povere il sistema sanitario pubblico.
Il problema dell’immigrazione clandestina diretta negli USA resta ancora da risolvere e andrà in eredità a Sheinbaum.
Il bilancio del sessennio di Obrador è quindi più che positivo rispetto a quello dei suoi predecessori, allineati ai diktat di FMI e World Bank. La nuova mandataria come ha annunciato nel suo discorso di insediamento continuerà la strada tracciata.