Mohammed VI in Madagascar, ‘vince la cooperazione Sud-Sud forte e solidale’

di Belkassem Yassine

mohammed-vi-grande“Ogni visita in Africa è per me l’occasione di restare in contatto con le popolazioni africane che ammiro e rispetto. Esse mi hanno insegnato la vera ricchezza, quella del cuore. Il Marocco e l’Africa sono una cosa sola, separarli sarebbe uno sradicamento, un errore”. Con queste parole il re del Marocco, Mohammed VI, ha risposto ad un’intervista rilasciata per i media del Madagascar in occasione del suo secondo ciclo di visite nell’Africa orientale. “Con le mie visite in Africa o attraverso i progetti che stiamo attivando – ha detto il re – non intendo dare lezioni, bensì proporre di condividere le nostre esperienze. Certo, le sfide che dobbiamo raccogliere in Africa sono grandi. Ma le donne, gli uomini e i bambini che incontro durante le mie visite mi danno la forza di continuare. Tutti mi rendono orgoglioso di essere africano, di essere, come mi ha definito il presidente della Repubblica (del Madagascar, ndr.), “un figlio del Paese”. La mia visita a Antsirabe è stata molto emozionante. Mio nonno e la famiglia reale hanno vissuto due anni ad Antsirabe. Contrariamente a quanto accade di solito in esilio, hanno bei ricordi di questo soggiorno forzato e hanno mantenuto un forte legame con il Madagascar, in particolare con Antsirabe. È per questo che ho tenuto a visitare la città e ho deciso di avviare progetti per la sua popolazione: intendo creare un centro di formazione professionale nel settore del turismo e delle costruzioni e edificare un ospedale materno – infantile, in cui, tra le altre cose, sia assicurata la formazione del personale medico. A questo proposito, desidero eliminare ogni ambiguità: le voci secondo cui questi progetti dovrebbero beneficiare solo alla comunità musulmana sono totalmente false. Questi progetti sono, chiaramente, destinati a tutta la popolazione. Il re del Marocco è infatti Comandante dei credenti, ma di tutte le religioni. Il popolo malgascio è un popolo aperto, un popolo dal cuore puro. Il mio paese, il Marocco, non fa alcun proselitismo, non cerca in alcun modo di imporre l’Islam. Nello Stato del Marocco l’Islam è moderato, tollerante. Ho incontrato l’imam della moschea Mohammed V di Antsirabe, egli ha già visitato il Marocco e beneficiato di una formazione presso “L’Istituto Mohammed VI di Formazione degli Imam Morchidine e Morchidate”; è un centro in cui un numero crescente di partecipanti, provenienti da diversi Paesi, aspira ad essere accolto”.
In tema di partenariato tra i due paesi il re ha dichiarato che “Prima di questo viaggio altamente simbolico a Antsirabe, ho presieduto ad Antananarivo, con il presidente, la cerimonia di firma di numerosi accordi di cooperazione: essi indicano la volontà dello Stato marocchino di dare una mano al governo malgascio per migliorare le condizioni di vita della sua popolazione; questo è il significato dei progetti di costruzione di infrastrutture sociali e di sviluppo economico. Il Madagascar necessita di risorse importanti per avere successo. Il Marocco è disposto ad accompagnarlo nei suoi dipartimenti ministeriali, nelle sue imprese pubbliche e del settore privato. Io inviterei, in particolare, il settore privato marocchino nell’intraprendere progetti in Madagascar, nel quadro di una cooperazione tra pari con la controparte imprenditoriale malgascia. Al momento della Conferenza di Parigi, farò una visita a Abuja. Vigilerò nondimeno a che il Marocco sia presente a Parigi: un’importante delegazione sosterrà i progetti infrastrutturali in Madagascar e rappresentanti del governo e del settore privato parteciperanno attivamente ai lavori. Come faccio ovunque, in Marocco e altrove, seguirò personalmente l’attuazione di tutte queste operazioni. Tornerò, dunque, in Madagascar”.
Più in generale Mohammed VI ha sottolineato che “Il modello di cooperazione che vogliamo realizzare qui è simile a quelli che abbiamo sviluppato in molti altri Paesi africani. Infatti, intendo instaurare una cooperazione Sud-Sud forte e solidale tra i molti Paesi del continente africano. Come ho già detto nel mio discorso ad Abidjan, nel febbraio 2014, l’Africa deve fidarsi dell’Africa. Nell’ambito di una cooperazione senza complessità, potremo tutti assieme costruire il futuro. Il Marocco ha progetti in vari Paesi africani. Noi diamo e condividiamo, senza arroganza ne’ senso di colonizzazione. Esorto le imprese marocchine a ricorrere agli uffici di consulenza e alla mano d’opera che sono sul posto. E’ per concretizzare questo modello di cooperazione inter-africana che mi sposto spesso nel continente, questo continente dove mi sento bene. Appezzo in particolar modo le dimostrazioni di gentilezza e di affetto manifestate dalle popolazioni. Porto nel cuore una fierezza sempre più forte rispetto al fatto di essere africano. Mi sento fortemente legato a questo continente”.
Alla domanda se tutto questo rientri nel quadro del ritorno del Marocco nell’Unione Africana, il sovrano ha detto che “So che la presenza marocchina in Africa e in particolare il tour che sto effettuando in questo momento non è gradito ad alcuni. Tuttavia, tutti sono d’accordo sul fatto che non abbiamo aspettato l’annuncio del ritorno del Marocco nell’Ua per agire e investire in Africa. Tutti i Paesi, amici di vecchia data o nuovi, in particolare in Africa orientale, sono unanimi nel sostenere la reintegrazione del Marocco nell’Ua. Ho preso l’iniziativa di queste visite, senza condizioni preliminari. Mi rallegro delle reazioni favorevoli, positive, che hanno espresso i miei ospiti. Rivolgo loro i miei ringraziamenti e la mia riconoscenza”.