di Alberto Galvi –
Il tribunale distrettuale di Ciocana a Chisinau, capitale della Moldavia, ha posto l’ex presidente del paese Igor Dodon agli arresti domiciliari per 30 giorni nel quadro di un’indagine per sospetto tradimento, corruzione, arricchimento illecito e finanziamento illegale di partiti.
La Moldavia ha appoggiato fermamente Kiev fin da quando il presidente russo Vladimir Putin ha inviato truppe in Ucraina, e l’arresto del filo-russo Dodon arriva in un momento in cui le relazioni tra Mosca e Chisinau sono sempre più tese.
Intanto il Cremlino ha chiesto alle autorità moldave di rispettare i suoi diritti. La sentenza di 30 giorni agli arresti domiciliari sarà eseguita presso la sua casa di Chisinau. Dodon ha negato ogni illecito. Il tribunale ha emesso l’ordine due giorni dopo che la casa di Dodon era stata perquisita ed è stato messo in detenzione per 72 ore.
Dodon è stato presidente della Moldavia dal 2016 al 2020 e guida il blocco di opposizione filo-russo del paese dell’Europa orientale. La Moldavia è uno dei paesi più poveri d’Europa e ha ottenuto l’indipendenza dall’Unione sovietica nel 1991.
La Russia mantiene truppe nella regione separatista moldava della Transnistria, uno Stato separatista sostenuto dalla Russia e che confina con l’Ucraina sud-ovest.
Negli ultimi mesi la Moldavia teme possa essere coinvolta nel conflitto in Ucraina. I separatisti russi presenti in Moldavia hanno accusato la vicina Ucraina di sparatorie, esplosioni e incursioni di droni.