Nagorno Karabakh. Avviato ad Aghdam il centro russo-turco

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Russia e Turchia hanno avviato oggi nella regione azera di Aghdam il centro congiunto per il controllo del cessate-il-fuoco, parte dell’accordo di tregua stipulato tra l’Azerbaijan e l’Armenia a seguito della sconfitta di quest’ultima nella guerra per il controllo del Nagorno Karabakh.
I sanguinosi scontri tra miliziani dell’autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh, sostenuti dagli armeni, e gli azeri hanno preso il via il 27 settembre 2020 e si sono conclusi in novembre, dopo che ile forze di Baku hanno preso il controllo di Shusha, un altipiano fortificato che controlla la capitale della regione Stepanakert.
L’Armenia si è vista costretta alla fine degli scontri anche perché non ha avuto dalla sua quell’aiuto militare e politico che si aspettava da Mosca, dove il capo del Cremlino ha preferito vincere nella qualità di pacere che immischiarsi nel conflitto di una regione remota rompendo i già delicati equilibri geopolitici ad esempio con la Turchia. Paese questo che invece ha sostenuto con decisione l’Azerbaijan: già nel 2014 l’allora ministro turco per gli Affari Europei Mevlut Cavusoglu (oggi agli Esteri) aveva affermato che “Favoriremo sempre una soluzione pacifica ma l’Azerbaigian ha il diritto a riprendersi ciò che gli appartiene”.
I termini dell’accordo prevedono l’invio di una forza di pace russa composta da 2mila uomini, 90 mezzi corazzati e 360 veicoli, di cui una prima parte già giunta sul posto, mentre per il centro congiunto di Aghdam sono previsti 120 uomini, metà turchi e metà russi.